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Equo compenso per i professionisti: petizione aperta su Change.org

Equo compenso per avvocati e professionisti: una petizione su Change.org

Rivalutare la libera professione e tutelare l’equo compenso dei lavoratori autonomi come avvocati, giornalisti, commercialisti e ingegneri: con questo intento l’onorevole Giuseppe Berretta, membro della commissione giustizia della Camera, ha promosso una petizione sul sito Change.org, chiedendo al  Governo e al Parlamento la celere approvazione di una legge sull’equo compenso.

Una legge che rivaluti il lavoro dei professionisti, rimettendo al centro l’equità delle loro retribuzioni e la qualità delle prestazioni. Sempre più vessati da situazioni di squilibrio nei rapporti contrattuali con i clienti, i lavoratori si trovano a dover far fronte alla crisi economica e le loro tasche risentono della concorrenza al ribasso e del mancato rispetto dei minimi tariffari.

“Raramente vi chiedo la sottoscrizione di appelli – scrive Berretta sul suo sito – ma questa volta c’è bisogno del sostegno di tutti per portare avanti una proposta urgente, che potrebbe migliorare le condizioni lavorative di tantissimi professionisti, soprattutto i più giovani che si affacciano al mondo del lavoro. Mi riferisco ad avvocati, ingegneri, architetti, medici, dentisti, giornalisti, commercialisti e tutti quei lavoratori autonomi appartenenti alle professioni ordinistiche. Questi lavoratori sempre più spesso sono costretti ad accettare dai committenti “forti” compensi al ribasso, molto al di sotto delle tariffe minime, oltre a clausole vessatorie dequalificanti”.

Equo compenso per avvocati e professionisti: l’erosione dei compensi

soldi
Il peso della crisi ricade maggiormente sui giovani che, avendo meno potere contrattuale, devono cercare di reagire a forme di prevaricazioni e all’ondata di erosione dei compensi. Le situazioni più disastrose si presentano soprattutto quando si ha a che fare con clienti forti come istituti bancari, enti pubblici e assicurazioni.

In particolare, gli appartenenti agli ordini, come giornalisti e commercialisti, e gli avvocati in prima linea, si trovano costretti a dover accettare compensi indecorosi, oltre che incongrui. Sempre più spesso, inoltre, devono sottoscrivere convenzioni con committenti forti che s’impongono nella scelta di clausole vessatorie. La concorrenza sfrenata conduce ad accettare remunerazioni indecorose e comporta una dequalificazione delle prestazioni. Ecco che diminuiscono i redditi medi e, di conseguenza, gli iscritti agli ordini diventano contraenti deboli.

Il disequilibrio tra le parti del contratto in favore del committente determina un compenso iniquo per il professionista e, allo stesso tempo, è causa della riduzione della qualità della prestazione.

Equo compenso per avvocati e professionisti: la richiesta

Con la petizione, si domanda l’approvazione di una legge sull’equo compenso, che stabilisca la corresponsione di un compenso proporzionato alla quantità e alla qualità del lavoro svolto.

Il compenso dovrebbe, inoltre, tener conto dei minimi tariffari, del contenuto e delle caratteristiche della prestazione dell’avvocato o del professionista. La petizione ha già raggiunto quasi 100 sostenitori ma c’è ancora un bel po’ di strada da percorrere affinché possa attuarsi una rivoluzione dal basso capace di scuotere i poteri forti.

Eloisa Zerilli

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