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Protocollo tra Coa Napoli e Comune di Napoli, il primo in Italia

 

C’è da discutere, e lo si fa, quando tra burocrazia e giustizia, vi si annodano ostacoli invalicabili, spesso causati congiuntamente dall’ostile propensione degli uni e degli altri al comune adeguamento ai tempi che mutano e dalla genetica inclinazione, già da tempi non sospetti, in situazioni di complessa risoluzione, alla politica del Laissez-faire. Ma spesso e tra le righe, il non intervento a discapito (o vantaggio) dell’azione del singolo, nella ricerca del proprio benessere, può risultare sufficiente a garantire la prosperità economica della società. E non solo. Dipende dai punti di vista.

Lo scorso 12 febbraio, presso la sala Giunta di palazzo San Giacomo, è stato sottoscritto tra il sindaco di Napoli, Luigi De Magistris e il presidente dell’Ordine degli avvocati, Maurizio Bianco, il protocollo d’intesa per l’estensione del servizio di rilascio online della certificazione anagrafica e di stato civile. L’iniziativa, promossa anche dall’Assessore alla trasparenza dell’azione amministrativa, Alessandra Sardu e dai consiglieri dell’Ordine delegati agli enti pubblici, Nathalie Mensitieri e Alba Salvati, permetterà agli avvocati iscritti all’Albo di ottenere in via telematica e gratuita le certificazioni necessarie (a firma del Sindaco) alla difesa in giudizio dei propri clienti e delle controparti ai fini della notificazione degli atti giudiziari.

Ne abbiamo parlato proprio con Maurizio Bianco, Presidente dell’Ordine degli avvocati di Napoli e con la consigliera Alba Salvati.

Presidente, In cosa consiste il protocollo?

Abbiamo creato questa sinergia con il Comune di Napoli, in particolare con l’assessore all’anagrafe, Alessandra Sardi ed attraverso questi rapporti siamo riusciti ad estendere questo servizio per gli avvocati, che potranno chiedere on line non solo la propria certificazione e questo è il vantaggio, ma anche la certificazione di residenza, stato di famiglia ed estratto del registro degli atti di matrimonio dei propri clienti e delle controparti, in realtà quindi di tutta la popolazione. Il vantaggio per gli avvocati è stato ottenere che questa certificazione fosse rilasciata gratuitamente, cosa che non avviene in generale per le richieste on line. Devo dire che ho trovato molta disponibilità da parte dell’assessore e del suo staff e stiamo cercando di far estendere questo servizio anche agli altri ordini territoriali.

Come è nata questa idea?

L’idea è nata subito dopo l’insediamento dell’attuale Consiglio dell’Ordine, io mi sono incontrato con l’assessore Sardo con la quale c’è un antico rapporto di amicizia, con lei come col sindaco De Magistris ed insomma l’idea è stata quella di estendere tutti i servizi per  i cittadini agli avvocati e quindi ai clienti degli avvocati, in maniera gratuita, per alleviare quegli impatti burocratici che gli avvocati hanno nel preparare una causa, per consentirgli di concentrarsi meglio sullo studio della causa piuttosto che dedicarsi alla risoluzione delle problematiche tecniche e burocratiche ad essa connesse.

Come funziona praticamente?

C’è bisogno di registrarsi alla piattaforma, ovviamente il requisito per poterlo fare è quello di essere iscritto al Consiglio dell’Ordine degli Avvocati come avvocato e con le proprie credenziali si accede alla piattaforma del Comune e si richiede e poi dopo scarica in formato digitale il documento richiesto, che contiene la firma del sindaco, costituendo quindi una copia conforme dell’originale.

Queste intese con le amministrazioni possono essere uno strumento per superare le eventuali problematiche tecniche che ci sono dietro la preparazione per instaurare un giudizio?

E’ uno strumento essenziale, perché il primo obiettivo dell’avvocato quando il cliente si reca allo studio è quello di individuare ad esempio la residenza ed il domicilio dell’eventuale controparte.

Quale è, se c’è, l’apertura delle amministrazioni rispetto a questo tipo di intese?

C’è da dire che non tutte le amministrazioni sono propense ad intavolare progetti che possano condurre, come in questo caso a risultati efficaci sostanzialmente. In Regione Campania ad esempio il percorso è un po’ più complesso, anche alla luce del fatto che stiamo cercando da tempo un approccio ma non c’è la prontezza necessaria. In effetti la differenza tra le amministrazioni è questa: ci sono alcune che vogliono mettere in atto azioni a tutela del cittadino ed altre che vogliono fare solo politica, consenso, voti. E noi non riusciamo ad intenderci con quelli che vogliono fare voti, con quelli che vogliono avere un atteggiamento di prevaricazione, non accettiamo assolutamente il dialogo. Ad esempio, stiamo lavorando da tempo per la riattivazione dell’ufficio del Giudice di Pace di Pozzuoli che per noi è una questione importante e prioritaria e non abbiamo avuto sponda dal sindaco di Pozzuoli che probabilmente ha altre priorità che non sono la tutela dei diritti dei cittadini in quel luogo.

Consigliera Salvati, quali potrebbero essere, se vi sono, altri strumenti da poter attivare?

E’ proprio in questa ottica che questo Consiglio nell’ambito delle sinergie che ha voluto creare con le altre istituzioni ha creato questa figura (delega rapporti con enti pubblici ndr) che ha una delega nel rapporto con gli enti pubblici e questo ci consente ovviamente di facilitare come accaduto in questo caso il lavoro degli avvocati e di lavorare congiuntamente alla realizzazione di progetti che possano allargare i confini tra tutte le istituzioni, in modo tale che si possa lavorare tutti insieme. E poi questo è soltanto l’inizio perché i tecnici del Comune di Napoli ci hanno assicurato che pian piano riusciremo anche ad estrarre altri tipi di documenti.

Potrebbe essere questo un esempio per dimostrare quanto può essere migliorato, sfruttando la tecnologia, l’apparato burocratico?

Innanzitutto è importante ricordare che questa è la prima esperienza in Italia ed in questo senso tengo a precisare che il Comune di Napoli è stata la prima amministrazione a mostrarsi virtuosa in questo senso, perché dal punto di vista tecnologico possiede un avanzato apparato tecnico che ci ha permesso di usufruire in tempi brevi di questa piattaforma.

Inoltre già da qualche mese è stato stipulato un altro protocollo di intesa tra il Coa Napoli e l’Università Suor Orsola Benincasa, circa la pratica forense.

Ci spiega cosi, il Consigliere Luca Zanchini, della Commissione pratica forense

In  cosa consiste questo protocollo?
Innanzitutto per ora abbiamo avviato questa intesa solamente con l’istituto universitario Suor Orsola Benincasa. In pratica il laureando a determinate condizioni ossia che abbia superato determinati esami fondamentali, potrà iniziare sei mesi prima del termine del proprio percorso di studi, il tirocinio della pratica forense in modo tale che poi laureatosi deve solo compiere e terminare gli due semestri, quindi un anno per poi accedere all’esame. Ci auguriamo comunque che questo protocollo possa essere allargato ad altri istituti universitari, siamo infatti in contatto con l’Università Parthenope e con l’Università Federico II. Peraltro sul sito del consiglio dell’ordine è presente un elenco di domini che si rendono disponibili ad accogliere i tirocinanti, creando quindi ancor prima del termine del percorso universitario una sinergia tra il futuro professionista e quello attuale per far comprendere meglio al primo in cosa consiste l’attività professionale.

Come si pongono gli Istituti Universitari rispetto a queste iniziative?

Il Suor Orsola Benincasa, ha accolto subito e di buon grado questa iniziativa; per le altre università il discorso è più articolato per il superamento di alcuni aspetti burocratici. Però l’intesa che c’è stata con il primo istituto ha permesso di mettere a fuoco quelle che sono i protocolli e le precise intese che andranno sviluppate anche con le altre università.

Questa intesa potrebbe essere allargata su scala nazionale?
Partiamo dal presupposto che tutto parte da un dato normativo in quanto questa possibilità è prevista dalla legge, non so gli altri ordini se si sono attivati per portare avanti questa iniziativa, sicuramente il nostro continuerà ad ampliare l’intesa.

Mariano Fergola

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