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“Samsung ti regala”: lo spot pubblicitario che è costato caro al colosso dell’elettronica

A volte le campagne pubblicitarie più invitanti possono essere un’arma a doppio taglio per le aziende leader qualora non siano attentamente osservate le norme del Codice del consumo a tutela dei consumatori, al fine di consentire a questi ultimi il massimo livello di conoscenza della promozione pubblicizzata. E’ quanto emerge dalla condanna inflitta dall’autorità Antitrust al colosso dell’elettronica, Samsung Italia.

Samsung Italia e le pratiche promozionali scorrette

Il 25 gennaio 2017 si è conclusa l’istruttoria avviata dall’Autorità Antitrust nei confronti di Samsung Electronics Italia S.p.a. su denuncia delle associazioni di consumatori, Federconsumatori Palermo e Unione Nazionale Consumatori, con una condanna alla multa di 3 milioni di euro.

L’accusa mossa a Samsung Italia è quella di violazione del Codice del Consumo con pratiche commerciali scorrette in cui si sarebbero concretate le numerose manifestazioni promozionali effettuate dal colosso della tecnologia negli ultimi anni per la vendita di propri prodotti, in quanto caratterizzate dalla promessa ai consumatori della attribuzione di ulteriori prodotti, agevolazioni o rimborsi sul prezzo, nel caso di acquisto dei beni pubblicizzati.

Samsung avrebbe ingannato i consumatori con la diffusione di messaggi pubblicitari che presentavano una carenza informativa in ordine ai premi e vantaggi promessi, nonché con la predisposizione di complesse procedure, tali da comportare ostacoli nella richiesta e nell’ottenimento di tali vantaggi.

Negli esercizi commerciali e nel sito internet sarebbero state fortemente pubblicizzate campagne promozionali di cash-back, trade-in, di bundle e di e-voucher con cui si promettevano agli acquirenti sconti differiti in forma di rimborso, valorizzazioni di prodotti usati, consegna di beni promozionali o di voucher elettronici a fronte dell’acquisto dei prodotti pubblicizzati, soprattutto televisioni ed elettrodomestici. Alcuni esempio sono: “Acquista EcoLavaggio e EcoAsciuga e Samsung ti regala Tab3″, ” Acquista la Chef Collection e Samsung ti regala l’alta definizione” o ancora ” Cambia il tuo vecchio tv e per te fino a 400 euro di rimborso” e molte altre iniziative promozionali simili.

I messaggi pubblicitari fortemente diffusi da Samsung, con un conseguente importante aumento di fatturato, non riportavano tutte le indicazioni inerenti le condizioni e i limiti previsti ai fini della partecipazione alla manifestazione a premio, né anticipavano i numerosi adempimenti che il consumatore avrebbe dovuto eseguire al fine di ottenere il premio promesso; così ad esempio, Samsung rigettava la richiesta di premio per i soggetti che avessero acquistato il prodotto con partita IVA, mentre tale limitazione non veniva esplicitata nel materiale pubblicitario diffuso così come nei volantini e messaggi promozionali non veniva specificata l’esistenza di una lista di rivenditori autorizzati, indicata solo in una clausola del regolamento difficilmente conoscibile dai consumatori.

Ancora, altra pratica commerciale denunciata consisteva nella predisposizione di una complessa procedura per la richiesta del premio, attraverso la registrazione, in tempi peraltro eccessivamente ridotti, al portale SamsungPeople, l’istallazione dell’app MySamsung e la necessaria autorizzazione al trattamento dei dati personali. I consumatori hanno lamentato il diniego dei premi per un passaggio errato nelle procedure o per la mancata produzione di documenti poco comprensibili.

La multa dell’Antitrust a Samsung Italia

L’Authority ha ritenuto legittima la scelta di marketing di Samsung di promuovere i propri prodotti in abbinamento ad un’operazione a premi precisando però che la stessa avrebbe dovuto essere assistita da un’estrema chiarezza nella prospettazione delle limitazioni previste, delle procedure, dei requisiti di partecipazione, nonché delle caratteristiche dei premi, mentre  le modalità attraverso le quali Samsung avrebbe effettuato le operazioni promozionali erano tali da falsare il comportamento economico del consumatore, in virtù delle gravi carenze informative e delle modalità di partecipazione alle manifestazioni a premio che risultano particolarmente gravose, in quanto il consumatore deve superare, entro un breve termine, una serie di step, talvolta ripetitivi, di cui non si comprende l’utilità, al fine di effettuare la richiesta del premio.

Tutto ciò avrebbe indotto molti utenti a preferire i prodotti Samsung rispetto alla concorrenza, aspirando al premio promesso che tuttavia non si è riusciti ad acquisire o comunque con notevole difficoltà a causa della condotta di Samsung.

Inoltre, l’obbligatoria iscrizione alla piattaforma online avrebbe portato ad un raddoppio degli utenti registrati che avrebbero prestato il necessario consenso al trattamento dei dati personali, carpito in maniera seppur lecita ma poco spontanea e quasi con una forzatura, altrimenti impedendo l’acquisizione del premio.

Il tutto ha determinato la decisione dell’Autorità Antitrust di infliggere a Samsung una multa di 3 milioni di euro per le due pratiche commerciali/promozionali scorrette ravvisate nella campagna marketing e consistenti rispettivamente nelle carenze informative e nella complessità delle procedure di richiesta dei premi e nelle modalità di raccolta quasi forzata dei dati personali dei consumatori.

La risposta di Samsung Electronics Italia, annunciata in un comunicato stampa, è quella di contestare integralmente il contenuto del provvedimento dell’Antitrust, evidenziando di essersi sempre adoperata per una gestione corretta ed efficiente delle proprie iniziative promozionali, al fine di tutelare i propri consumatori con un’informazione pubblicitaria corretta ed adeguata. Viene sin da subito annunciato il proposito di un ricorso al Tar contro la sanzione che, viceversa, il presidente del Codacons, ha ritenuto irrisoria e troppo ridotta rispetto ai danni cagionati ai consumatori.

Martina Scarabotta

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