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Tar annulla 5 nomine dei direttori dei “Supermusei”. Franceschini: non ho parole

 

Roma, 25 mag. – «Il mondo ha visto cambiare in 2 anni i musei italiani e ora il Tar Lazio annulla le nomine di 5 direttori. Non ho parole, ed è meglio…». Così il ministro dei Beni culturali e del Turismo, Dario Franceschini, su twitter la sentenza del Tar del Lazio che ha bocciato le nomine di cinque dei venti direttori dei “supermusei”.

In estrema sintesi, secondo i giudici amministrativi, il bando della selezione non poteva ammettere la partecipazione al concorso di cittadini non italiani in quanto nessuna norma derogatoria consentiva di reclutare dirigenti pubblici fuori dalle indicazioni tassative espresse dall’articolo 38 del del d.lgs. 165/2001. «Se infatti – scrivono i giudici della Sezione seconda quater -il legislatore avesse voluto estendere la platea di aspiranti alla posizione dirigenziale ricomprendendo cittadini non italiani lo avrebbe detto chiaramente».

Inoltre le sentenze a firma del presidente Leonardo Pasanisi e del consigliere Francesco Arzillo puntano il dito contro i «magmatici» e talvolta «oscuri» criteri di valutazione dei candidati. In particolare, si argomenta che «lo scarto minimo dei punteggi tra i candidati meritava dunque una più puntuale e più incisiva manifestazione espressa di giudizio da parte della commissione nella valutazione dei colloqui e nell’attribuzione dei relativi punteggi, piuttosto che motivazioni criptiche ed involute, come possono considerarsi quelle più sopra trascritte, proprio perché l’ingresso nella “terna”, per come si è poi dimostrato nei fatti, era condizionato anche da un apprezzamento minimo della commissione in favore dell’uno o dell’altro concorrente, tanto da imporsi, in questo caso e stante la specificità del meccanismo prescelto per la formazione della “terna”, una puntuale ed analitica giustificazione in ordine all’assegnazione di ciascun punto con riferimento ai dieci candidati ammessi al colloquio».

Le motivazioni evidenziano infine che l’illegittimità della prova orale è condizionata anche dalla «circostanza che questa ultima si sia svolta a porte chiuse», mentre « nel verbale delle operazioni di concorso nulla si dice sullo svolgimento della prova in forma pubblica, anzi se ne dovrebbe dedurre il contrario visto che alcuni candidati sono stati ammessi a sostenere detta prova “da remoto”, attraverso l’uso della modalità comunicativa skype … senza che sia stato verbalizzato nulla circa la presenza di uditori estranei ai membri della commissione durante lo svolgimento del colloquio».

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