La sezione Aiga Associazione Italiana Giovani Avvocati di Salerno ha scritto una lettera aperta con cui «esprime incredulità e rammarico per il vergognoso regolamento pubblicato dal Gruppo Equitalia per l’iscrizione nelle liste di avvocati cui affidare incarichi di rappresentanza e difesa delle società del gruppo e della costituenda Agenzia delle Entrate – Riscossione».
Il regolamento, protesta la sezione salernitana dell’Aiga, non rappresenterebbe soltanto «un’offesa alla dignità della categoria», ma costituirebbe soprattutto «un rarissimo esempio di discriminazione censuale, ancor più intollerabile in un periodo di gravissima crisi reddituale per la categoria cui è diretto».
Per essere inseriti nell’elenco di professionisti a cui il nuovo ente di riscossione attingerà per il conferimento di incarichi, in effetti, sono richiesti requisiti piuttosto stringenti. Innanzitutto perché viene posto un tetto reddituale, limitando l’iscrizione ai soli avvocati che che abbiano conseguito, negli ultimi tre anni solari, un volume d’affari di almeno 100.000 euro, iva e cpa escluse. A ciò va aggiunto che nello stesso periodo di riferimento il legale deve aver realizzato un fatturato pari ad almeno a 50.000 euro, IVA e CPA escluse, in attività analoghe a quelle per cui viene svolta la selezione, ovvero sostanzialmente in materia fiscale-tributaria.
Un secondo sbarramento è rappresentato dall’anzianità: potranno essere inseriti negli elenchi soltanto i legali che risultino regolarmente iscritti all’albo degli avvocati da almeno cinque anni, senza aver ricevuto alcuna sanzione disciplinare irrogata dal Consiglio Distrettuale di Disciplina forense.
Il terzo requisito imposto dal regolamento Equitalia riguarda invece l’organizzazione dello studio professionale: il legale deve avere uno studio con una segreteria e almeno due collaboratori stabili anch’essi iscritti all’albo degli avvocati, oltre a possedere una dotazione informatica e in generale elementi organizzativi ritenuti consoni ed adeguati allo svolgimento dell’incarico.
«Appare evidente che il regolamento favorisce pochi soggetti a scapito di una intera categoria che viene così completamente esclusa dalla possibilità di concorrervi», prosegue la lettera recapitata, oltre che ai vertici di Equitalia, anche al presidente della Repubblica, al ministro della giustizia e al presidente del Cnf .
Gravissimo che «il conferimento di incarichi difensivi, ossia la scelta di un professionista cui affidare una prestazione intellettuale, viene operata con riguardo ad un criterio, il volume di affari, che non è in alcun modo idoneo a costituire indice di preparazione e professionalità, ma mero criterio di discriminazione. La stessa richiesta di organizzazione e servizi di segreteria, pur nelle forme minimali di collaborazioni esterne e rapporti da remoto, non è garanzia di risposta immediata alle esigenze del Cliente Equitalia».
In ogni caso, spiegano gli avvocati salernitani, il regolamento non sarebbe idoneo a raggiungere le finalità che formalmente si propone : «se lo scopo delle liste è affidare a soggetti esterni, particolarmente qualificati, la difesa dell’Ente, in via residuale, allorché vi sia carenza di adeguate professionalità interne, i criteri individuati dal regolamento per la scelta non colgono nel segno. Elementi meramente reddituali e organizzativi in assenza di indici effettivi di competenza, migliore offerta tra tre professionisti estratti a sorte, possibilità di offerte al ribasso – modalità propria degli appalti e non dell’offerta di prestazioni intellettuali – non possono che svilire la prestazione e favorire la formazione di “cartelli” tra professionisti, il tutto con scarsissime garanzie di effettiva tutela dell’interesse erariale».
Il sospetto è che «al di là delle affermazioni di principio Equitalia mira, più o meno come Assicurazioni e Banche, ad affidare pacchetti di cause a studi di medie dimensioni ma con specifici requisiti, primi tra tutti aver già svolto incarichi per conto di Equitalia (questo è quello che abbastanza chiaramente si legge tra le righe) che attraverso la collaborazione, spesso sottopagata o impagata, di giovani avvocati o praticanti, riescano a garantire a costi irrisori la “copertura” per il contenzioso in alcuni territori, attraverso la predisposizione di atti “in ciclostile” e la partecipazione ad un gran numero di udienze, spesso senza alcuna preparazione specifica».