Roma, 6 giu. – La riforma del processo penale “è una legge rimasta ferma a lungo: potevano essere anticipati prima i tempi perché fosse valutata meglio Arrivare alla fine alla logica del prendere o lasciare è inaccettabile per chi si occuperà di applicare norme”. Lo ha detto il presidente dell’Associazione nazionale magistrati, Eugenio Albamonte, a Repubblica Tv.
Il ddl, ha sottolineato, “ha molti contenuti positivi che potrebbero incrementare l’efficienza del sistema ma rischia di scontentare tutti gli operatori del diritto, avvocati e magistrati, perché i temi centrali, più contesi, come la prescrizione, le intercettazioni e l’avocazione delle indagini, sono secondo questa impostazione non suscettibili di modifiche”.
L’Anm, ha ribadito il presidente, “ritiene che se ci sono cose che possono essere corrette devono essere corrette: non si può fare una riforma che su temi strategici lascia un secondo intervento, che chissà quando e se ci sarà, eventuali correttivi perché nonostante i contenuti positivi rischia di passare come complessivamente, e anche ingenerosamente, negativa perché i temi sul tappeto non vengono affrontati in modo condiviso. Se non c’è il consenso degli operatori del diritto mi domando di chi dovrebbe esserci. Norme malfatte creano un problema- ha concluso – che non ci siano maggioranze che consentano una seconda navetta è un problema politico, se lo ponga il legislatore”.
(Sin/AdnKronos)