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Allarme pedopornografia e fake news: la relazione del Garante della privacy

L’allarme del Garante della privacy: La rete è governata da tanti “grandi fratelli”. Un numero esiguo di aziende, i monopolisti del web, dispone di tutti i mezzi per indirizzare la propria influenza verso ciascuno di noi, con la conseguenza che un numero sempre più grande di persone – tendenzialmente l’umanità intera – potrà subire condizionamenti decisivi.

L’allarme del garante della privacy: il web condiziona la nostra vita

Antonello Soro, presidente dell’Autorità garante della privacy, ha esposto in Parlamento la relazione annuale 2016. Ha evidenziato come oggi la nostra vita sia condizionata dal web. “Al web affidiamo dubbi, speranze e timori espressi non solo da commenti e immagini sui social network ma anche, più semplicemente, dalle tracce della nostra attività in rete” e ha proseguito “Internet è divenuto la nuova dimensione entro cui si svolge – per citare l’articolo 2 della Costituzione – la personalità di ciascuno: è la realtà in cui i diritti si esercitano o possono essere negati , le libertà si dispiegano o sono violate. L’assenza di limiti, propria della rete, ha offerto infinite potenzialità di crescita e conoscenza, alle quali meno frequentemente si è accompagnato un corrispondente esercizio di consapevolezza e responsabilità.” Purtroppo l’uso del web rischia sempre più spesso di essere distorto. Tra i rischi vi è quello dell’ “autismo informativo” per cui, ricercando notizie che rafforzino le nostre convinzioni, si finisce nella spirale delle “fake news”. Tali falsità sono accomunate dalla tendenza a far dipendere l’attendibilità della notizia non dalla sua verificabilità, ma dalla quantità di condivisioni ottenute. Diversi social network hanno sviluppato strumenti per aiutare gli utenti a verificare le informazioni presenti sulla loro piattaforma e contrastare le bufale virali. La politica si sta impegnando nell’educazione civica alla società digitale, cercando di far capire agli utenti l’importanza della verifica delle fonti.

L’allarme del garante della privacy: pedopornografia favorita dagli stessi genitori

La pedopornografia in rete e, particolarmente nel dark web, sarebbe in crescita vertiginosa: nel 2016 due milioni le immagini censite, quasi il doppio rispetto all’anno precedente. Fonte involontaria sarebbero i social network in cui genitori postano le immagini dei figli. Ciò avviene per la difficoltà di circoscrivere, sui social network, i potenziali destinatari delle comunicazioni; in ragione dell’agevole modificabilità della natura, aperta o chiusa, dei profili e della possibilità per qualunque “amico” di condividere sulla propria pagina il post rendendolo, così, visibile ad altri soggetti, potenzialmente infiniti. A proposito della tutela dei minori sul web, il garante si è espresso sulla legge sul cyberbullismo definendo “Particolarmente positiva è la scelta di coniugare un approccio preventivo e riparatorio, grazie alla promozione dell’educazione digitale e alla specifica procedura di rimozione dei contenuti lesivi presenti in rete”.

L’allarme del garante della privacy: combattere il terrorismo

La tutela della privacy è strumento indispensabile per la lotta al terrorismo. Soro ha ricordato che dopo l’11 settembre il rapporto tra libertà e sicurezza si modula su equilibri ben diversi da quelli di vent’anni fa e in questi anni ci si è addirittura chiesti, se la prima possa sopravvivere al terrorismo. Ma di fronte alle nuove minacce, la privacy deve essere non solo possibile, ma addirittura indispensabile per rendere le attività di contrasto più risolutive. L’obiettivo è quello che la lotta al terrorismo sia più efficace, senza rendere i cittadini “meno liberi”.

L’allarme del garante della privacy: 9 miliardi di danni alle aziende italiane

Soro ha evidenziato che nel 2016 gli attacchi informatici avrebbero causato alle imprese italiane danni per nove miliardi di euro, ma meno del 20 per cento delle aziende farebbe investimenti adeguati per la protezione del proprio patrimonio informativo. Il settore pubblico non risulta essere molto più efficiente. Per questo la sicurezza dei dati deve rappresentare un fattore abilitante per soggetti privati e pubblici, da perseguire fin dalla progettazione dei sistemi e delle infrastrutture. Per garantire una cybersecurity che funzioni, in quest’ottica, “è necessario evitare il rischio della parcellizzazione dei centri di responsabilità, con una centralizzazione di competenze e un’organica razionalizzazione del patrimonio informativo, anzitutto pubblico”.

L’allarme del garante della privacy: il telemarketing selvaggio

Il garante ha esposto il lavoro fatto riservando particolare attenzione alle garanzie per il trattamento dei dati personali nel contesto lavorativo. Quello delle promozioni senza consenso al telefono è un fenomeno che non tende a diminuire. Nel 2016 le segnalazioni sono state circa 6000. L’attività ispettiva dell’Autorità, svolta con l’ausilio del Nucleo speciale privacy della Guardia di finanza, ha messo in luce rilevanti illeciti commessi da primarie società di telefonia (milioni i dati trattati in violazione di legge) e si è concretizzata in importanti provvedimenti prescrittivi e sanzionatori. L’attività di accertamento in loco si è svolta anche presso alcuni call center albanesi nella cornice del protocollo stipulato nel 2015. Il garante ha, quindi, suggerito al legislatore modifiche normative tali da rafforzare le garanzie dei cittadini e contrastare, in particolare, le condotte elusive della disciplina fondata sul consenso.

L’allarme del garante della privacy: il diritto all’oblio

Il diritto all’oblio continua ad essere un terreno di confronto importante nel rapporto tra protezione dati e informazione, promosso dalle istanze che i cittadini rivolgono, con sempre maggiore frequenza e consapevolezza. L’Autorità ha ritenuto sussistente il diritto alla rimozione, dai risultati di ricerca, di notizie che, in quanto superate dagli eventi successivi, non possano più ritenersi esatte. Il garante sottolinea come costante è stata l’attenzione al rapporto tra libertà di espressione e protezione dei dati personali nel contesto dei social network, anche rispetto alle varie forme di sfruttamento, persino commerciale, dei dati sulla vita privata degli utenti lì contenuti. In diverse occasioni l’Autorità si è attivata per bloccare la diffusione dei dati.

L’allarme del garante della privacy: nuovi obiettivi

A partire dal maggio 2018, sarà applicato il nuovo Regolamento Ue. La missione principale dell’Autorità è quella di preparare la transizione, accompagnando, da un lato, organismi pubblici e imprese a conformarsi alle nuove regole in un quadro di certezza del diritto e, dall’altro, le persone a diventare consapevoli delle garanzie rafforzate e dei nuovi diritti riconosciuti dal Regolamento. Infine Soro ha chiesto al Governo e al Parlamento di investire nella protezione dei dati per difendere i diritti dei cittadini.

Livia Carnevale

 

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