Allattamento al seno: non può essere vietato negli uffici pubblici.
L’allattamento è un diritto fondamentale dei bambini e le madri devono essere sostenute nella realizzazione del desiderio di allattare. Tale diritto è riconosciuto dalla legislazione comunitaria e nazionale. La direttiva 2006/141/CE richiama il principio della promozione e della protezione dell’allattamento al seno e la necessità di non scoraggiare la stessa pratica.
Per questo il ministro per la semplificazione e la Pubblica Amministrazione ha emanato una direttiva, la n. 1/2017, rivolta a tutte le pubbliche amministrazioni, affinché assumano azioni positive, comportamenti collaborativi o comunque non ostacolino le esigenze di allattamento.
Allattamento al seno negli uffici pubblici: la vicenda
Una mamma con il suo bambino di 3 mesi si trovava in un ufficio postale di Biella. Il bambino inizia a piangere per la fame e la mamma lo allatta al seno. Ma il direttore dell’ufficio l’ha richiamata dicendole che avrebbe potuto allattare il bambino col biberon, non al seno. La mamma ha sfogato la sua indignazione su Facebook ed è scoppiato un caso nazionale sul diritto delle donne di allattare i propri bambini in luoghi pubblici. Subito dopo Poste Italiane ha replicato affermando che “negli uffici postali non è vietato allattare il proprio bambino. Nel caso di Biella la mamma ha allattato nella sala principale dell’ufficio postale e il personale si è reso disponibile a trovare la migliore soluzione affinché potesse prendersi cura del bambino con la dovuta privacy”. Sarà. Ma evidentemente in Italia ancora la poppata dà scandalo. Solo qualche mese fa aveva fatto notizia la vicenda della giovane mamma espulsa da un museo per essersi fermata ad allattare col pretesto che all’interno della struttura è vietato introdurre cibo e bevande.
Allattamento al seno negli uffici pubblici: l’immediata reazione del Ministro Madia
Il ministro della Pubblica Amministrazione Marianna Madia, anche lei madre, ha espresso solidarietà alla mamma di Biella. La ministra ha provveduto in tempi brevi ad emanare una direttiva rivolta agli uffici pubblici per non ostacolare l’allattamento al seno. In particolare richiama il codice di comportamento dei dipendenti pubblici (D.P.R. 62/2013) che all’articolo 3, comma 5 dispone che nei rapporti con i destinatari dell’azione amministrativa, il dipendente assicura la piena parità di trattamento a parità di condizioni, astenendosi, altresì, da azioni arbitrarie che abbiano effetti negativi sui destinatari dell’azione amministrativa o che comportino discriminazioni basate su sesso, nazionalità, origine etnica, caratteristiche genetiche, lingua, religione o credo, convinzioni personali o politiche, appartenenza a una minoranza nazionale, disabilità, condizioni sociali o di salute, età e orientamento sessuale o su altri diversi fattori. Nella direttiva si sottolinea che l’allattamento al seno costituisce la modalità di alimentazione naturale nella prima infanzia e che il latte materno fornisce tutti i nutrienti di cui il lattante ha bisogno nei primi sei mesi di vita, e considerati altresì i benefici che l’allattamento al seno apporta anche alla salute della donna.
D’ora in avanti le mamme potranno sentirsi più tranquille e allattare i propri bimbi al seno anche negli uffici pubblici.
Livia Carnevale