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Avvocati, elezioni del Consiglio dell’Ordine da rifare

Annullate le elezioni del consiglio dell’ordine degli avvocati di Latina secondo il regolamento annullato dal Tar Lazio. Le Sezioni Unite della Corte di Cassazione, con la sentenza 2481/17 pubblicata ieri, hanno stabilito che gli ordini forensi che, anche prima che si pronunciasse il giudice amministrativo, hanno votato seguendo le regole dettate dal decreto ministeriale 170/2014, lo hanno fatto secondo «norme regolamentari illegittime». Morale: elezioni da rifare. Non essendo necessari ulteriori accertamenti in fatto, la Corte ha deciso la causa nel merito annullando le operazioni elettorali del Consiglio dell’Ordine di Latina. Il Consiglio dell’Ordine del capoluogo laziale sarà commissariato e dovranno essere indette nuove elezioni. Ma le elezioni del consiglio dell’ordine di Latina non sono state le uniche ad essere oggetto di contestazione e dinnanzi alla Corte pendono ancora decine di giudizi. Con questo autorevolissimo precedente, però, l’esito è più che scontato: le lezioni di parecchi consigli sono da rifare.

Le Sezioni Unite, d’altro canto, rilevano che « il CNF può sollevare questioni di legittimità costituzionale (Corte cost. n. 189 del 2001; n. 284 del 1986) e a maggior ragione può disapplicare atti amministrativi nell’esercizio della propria funzione giurisdizionale».

Adesso occorrerà, quindi, capire concretamente in quanti Consigli italiani andranno rifatte le elezioni.

“La vicenda del regolamento elettorale forense va a concludersi passando per le pronunce della Cassazione a Sezioni Unite del 31 gennaio 2017, che accolgono i ricorsi avverso i provvedimenti del Consiglio Nazionale Forense e annullano tutti gli atti del procedimento elettorale per l’elezione dei componenti dei vari Consigli dell’Ordine degli Avvocati. Dopo le sentenze del Tar e del Consiglio di Stato del 2015 e del 2016, pronunciate a seguito di ricorsi proposti da ANF, arriva al capolinea un regolamento del Ministero della Giustizia concepito male e gestito peggio dal Consiglio Nazionale Forense, che è riuscito nell’impresa unica nella storia dell’avvocatura italiana di creare una situazione caotica fatta di Consigli in regime di prorogatio e in attesa di votazione e di altri ancora che dovranno persino ripetere le votazioni. Una pagina avvilente per l’istituzione dell’Avvocatura, che deve essere chiusa e rimarginata in fretta approvando il ddl Falanga in Senato nel testo adottato il 10 novembre scorso dalla Commissione Giustizia”.

Lo ha dichiarato il segretario generale dell’Associazione Nazionale Forense Luigi Pansini.

“La questione elettorale – continua Pansini – mette in evidenza l’assoluta necessità di riformare il Cnf che in questa vicenda ha giudicato sui ricorsi elettorali in prima istanza, e si appresta ad esprimere per la seconda volta il suo parere sulle nuove regole creando una situazione di palese conflitto di interessi tra la sua funzione amministrativa e quella giurisdizionale. E’ una situazione di fronte alla quale il Ministro Orlando non può più far finta di nulla, perché sebbene giustizia sia stata fatta, le istituzioni ne escono danneggiate”.

“Sarebbe quanto mai opportuno un mea culpa dei responsabili, che dovrebbero trarne le conseguenze, ma ciò che preme adesso è l’urgenza di regole nuove, nel solco tracciato dal TAR e dal Consiglio di Stato, per eleggere i rappresentanti territoriali. La via più appropriata a questo punto – conclude Pansini – non è un nuovo decreto, ma l’approvazione del ddl Falanga in discussione al Senato con testo che rispetti le decisioni dei giudici”.

Redazione

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