Ormai attraverso internet si può fare quasi tutto: dagli acquisti online ai pagamenti elettronici. E pagare le bollette comodamente da casa, dalla scrivania del proprio studio, o dal proprio ufficio, evitando strazianti ed inutili code alle Poste o in banca, è ormai una comodità a cui non si può rinunciare.
E certamente non può giustificarsi l’imposizione di supplementi e commissioni per i pagamenti online, che semplicemente vanno ritenuti illegittimi.
Così ha deciso l’Autorità Antitrust con la pronuncia del 27 aprile 2017, con cui è stata applicata una maxi sanzione di 200 mila euro ad Engie Italia Spa per pratiche commerciali scorrette.
L’azienda infatti consentiva agli utenti di pagare online le bollette di luce e gas con carta di credito, ma queste modalità di pagamento subivano maggiorazioni dovute a commissioni di importo crescente in base al valore della fattura: si passava da commissioni di 1,50 euro per importi fino a 200 euro fino a commissioni addirittura di 5 euro per bollette di importo superiore ai 400 euro.
L’Authority ha ritenuto che questa pratica costituisse una palese violazione dell’articolo 62 del Codice del Consumo, che vieta espressamente ai professionisti di applicare ai consumatori spese aggiuntive per l’utilizzo di determinati strumenti di pagamento.
In realtà, da marzo 2017 la Engia Italia ha reso gratuito il sistema di pagamento online delle bollette ma ormai il danno era stato fatto e ciò non ha impedito all’Antitrust di sanzionare con una maxi multa di oltre 200 mila euro la società di elettricità a cui è costato molto caro prevedere le commissioni sui pagamenti via web.
Visto che la pratica delle commissioni sui pagamenti delle bollette online non era una “prerogativa” di Engie Italia ma anzi costituiva e costituisce ancora una pratica molto diffusa, sono in corso all’attenzione dell’Antitrust altri cinque procedimenti nei confronti di altri colossi dell’energia, quali Edison Energia, Green Network , Sorgenia, E. On Energia e A2A Energia, che non potranno che temere un esito del procedimento a loro carico analogo a quanto accaduto ad Engie Italia.
Martina Scarabotta