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Calcio, l’Antimafia: “Esisterebbe una zona grigia in casa Juventus”

Calcio, l’Antimafia: “Esisterebbe una zona grigia in casa Juventus”

L’inchiesta, anzi le inchieste, sono partite e vengono condotte dalla magistratura di Torino e dal capo della Procura della Federcalcio, Giuseppe Pecoraro. Al centro delle indagini una possibile commistione tra gli ultrà della Juventus e la ‘ndrangheta.

La Commissione antimafia, quindi, ha deciso di monitorare la situazione e capirne di più. Ci sarebbe, quindi, una sorta di “zona grigia” nella curva della Vecchia Signora.

 Per questo motivo, Marco Di Lello, presidente del Comitato Mafia e Sport della Commissione antimafia, ha ascoltato oggi i pm della Procura torinese secondo i quali “la Juventus non è parte lesa ma neanche concorre nel reato: dunque c’è una grande zona grigia, che è esattamente il terreno su cui la Commissione ha il dovere di indagare”.

Al centro delle indagini ci sarebbe, infatti, un presunto accordo Juve-ultras per assicurare la quiete allo stadio e per il bagarinaggio. Si tratterebbe di un grossissimo affare per la malavita organizzata. “La valutazione che fanno i pm, ha continuato Di Lello, “è che per portare avanti un’accusa in sede processuale occorrono elementi che non hanno ravvisato nei casi in questione. Una valutazione che rispettiamo”.

Allo stato attuale, la società campione d’Italia sarebbe totalmente all’oscuro di eventuali connessioni tra criminalità organizzata e tifo.

Il 26 gennaio scorso la Juventus comunicava intanto ufficialmente “di aver affidato ai legali la tutela della propria onorabilità e rispettabilità”. E ad oggi nessun suo tesserato risulta indagato, mentre la Società collabora con gli inquirenti.

Redazione

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