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Cappato: attendo l’avviso garanzia, pronto ad assumermi le mie responsabilità. Sit-in a Montecitorio

Roma, 1 mar. – «Pare che io sia indagato. Sono pronto a rispondere di quello che ho fatto, e che intendo continuare a fare. Liberi fino alla fine». Con queste parole rilanciate su Twitter Marco Cappato risponde alla notizia che il pm di Milano Tiziana Siciliano lo ha iscritto nel registro degli indagati per l’aiuto offerto a dj Fabo per raggiungere la clinica svizzera ed affrontare il suicidio assistito.  

«Non ho ricevuto alcuna comunicazione ufficiale, attendo che arrivi questo avviso di garanzia, sono pronto ad assumermi le mie responsabilità fino in fondo, nella speranza che qualcun altro si assuma le sue responsabilità», rincara Cappato durante la manifestazione organizzata dall’associazione Luca Coscioni davanti a Montecitorio. «Il Presidente della Repubblica di allora, Giorgio Napolitano, a Pier Giorgio Welby rispose: l’unico atteggiamento intollerabile, da parte delle Istituzioni e del Parlamento sarebbe il silenzio. Sono passati dieci anni di silenzio in questo palazzo nella incapacità di approvare una legge. Per fortuna la giurisprudenza ha fatto dei grandi passi avanti e quindi oggi il diritto costituzionale a non essere sottoposti a trattamenti contro la propria volontà non è più discusso da nessuno». L’associazione Coscioni manifesta oggi per chiedere di approvare quanto prima il disegno di legge in discussione in Parlamento per garantire l’effettività del diritto di autodeterminazione «anche per quando non saremo più in grado di intendere e di volere, non se abbiamo la fortuna di trovare il medico giusto che è d’accordo, non se abbiamo i soldi per trovare il medico giusto o per andare all’estero, non se abbiamo i soldi, il tempo e la forza di essere degli eroi di battaglie giudiziarie. Deve essere un diritto per tutti fino all’ultimo capezzale del nostro Paese». «Noi vogliamo – prosegue Marco Capato – che il testamento biologico trasferisca quel diritto costituzionale in una legge effettivamente e immediatamente applicabile per tutti. Dopo di che questo Paese, grazie anche un po’ a Fabo, ha dimostrato di essere pronto per molto di più. Questo Paese ha compreso che l’eutanasia clandestina, dei suicidi dal balcone, o degli accanimenti e della tortura per anni, può essere battuta solo con delle buone regole che distinguano quello che è un crimine di sopraffazione da quello che è rispetto della libertà e della responsabilità individuale». (Amer)

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