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Cartella clinica incompleta, il medico è colpevole

 La responsabilità medica e la sanità pubblica in Italia

Vinta la causa di una famiglia che avrebbe accusato i medici per non aver prestato le giuste cure alla figlia neonata.

La piccola, al momento del parto, avrebbe riportato un’asfissia prenatale.

Erano seguite, poi, lesioni tali da determinare tetraparesi e danni neurologici permanenti.

I genitori della piccola hanno portato avanti una battaglia che si è conclusa con sentenza della Cassazione. (civile-sent-sez-3-num-22639-anno-2016)

Cartella clinica incompleta, il caso

L’accusa da parte dei genitori della piccola era stata respinta dal Tribunale.

I giudici di merito, infatti, non avrebbero ravvisato particolari negligenze in capo al personale sanitario, nella fase pre-parto e post-parto.

Non avrebbero, inoltre, ritenuto dimostrabile il nesso causale tra l’intervento dei sanitari e il danno della nascitura.

A capovolgere la situazione a sfavore del medico, è stata la presenza di una cartella clinica incompleta.

La cartella clinica presentava dei “vuoti temporali” di circa sei ore, in cui, nella tesi sollevata dai genitori, la piccola sarebbe stata abbandonata a se stessa.

Il ricorso, presentato in sei motivi, è accettato nel secondo punto, riguardante la presenza della cartella clinica incompleta, che farebbe ricadere sul medico, la responsabilità sanitaria.

La Corte accoglie il motivo oggetto d’esame, relativo alle regole sulla distribuzione dell’onere probatorio.

La famiglia vince così il ricorso per Cassazione, dopo che era stato respinto in appello.

La Corte ha, infatti, rilevato l’importanza del documento in questione, fondamentale proprio per valutare l’aspetto soggettivo dell’illecito.

Censura, la Corte d’Appello per aver respinto il ricorso in precedenza. La Corte, inoltre non avrebbe rilevato la presenza di vuoti temporali nella cartella clinica.

Vuoti temporali di sei ore, che corrispondono al periodo in cui la piccola subiva i danni.

Il medico ha l’obbligo di controllare la completezza e l’esattezza del contenuto della cartella, la cui violazione configura difetto di diligenza e inesatto adempimento della prestazione medica.

Le omissioni imputabili al medico non possono risolversi in danno di colui che vanti il diritto di avere una prestazione sanitaria.

In materia di responsabilità medica si è espresso anche il legislatore, a fronte di una giurisprudenza sempre più orientata alla tutela del paziente danneggiato, con la Legge Balduzzi.

La sanità pubblica in Italia

sanita

La sanità pubblica, oggi, è diventata un problema sociale da non poter essere più sottovalutato.

Tutto si configura nella frequente presenza di comportamenti medici negligenti e imprudenti, con condotte omissive sempre più a rischio per i pazienti.

Sicuramente siamo di fronte ad una sanità ben lontana da quella che dovrebbe essere in un paese civilizzato.

L’Italia si classifica agli ultimi posti nella sanità a livello europeo. La percentuale del Pil destinata alla sanità è inferiore alla media dei paesi Ocse.

A premere l’acceleratore verso la retrocessione sono senza dubbio i tagli alla sanità pubblica che il governo mette in atto a ogni Legge di Stabilità.

Per legittimare le esigenze di finanza pubblica, si finisce per effettuare tagli ai pilastri della società.

La sanità pubblica è la prima ad essere penalizzata.

L’amara situazione porta a un continuo malcontento della popolazione, ma soprattutto a un effettivo rischio per la salute dei cittadini. Il definanziamento della sanità pubblica fa emergere disuguaglianze tra le Regioni.

Il servizio sanitario presenta scarsa qualità e ciò porta i cittadini a rinunciare alle prestazioni mediche, riducendo, per la prima volta in Italia, le aspettative di vita.

La Legge di Stabilità 2017, potrebbe introdurre nuovi tagli che metterebbero in ginocchio tutto il sistema sanitario nazionale.

Sono tagli contro i quali sono stati gli stessi medici ad alzare la voce, minacciando uno sciopero nazionale qualora ciò accadesse.

Ciò a fronte del fatto che la Legge di Stabilità porterebbe a nuovi tagli, riguardanti, questa volta, i Lea, i livelli essenziali di assistenza. È introdotto, inoltre, l’aumento dei ticket sanitari che andrà a gravare sulle tasche dei più anziani.

A rimetterci ancora una volta saranno i cittadini.

Sabrina Arnesano

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