Franco Gabrielli, capo della Polizia di Stato, ha deciso di annullare il concorso per 559 Allievi Agenti a seguito di un’inchiesta giudiziaria. Prove da rifare, dunque. La dirompenza mediatica dell’accaduto, è stata enorme e non si poteva far finta di nulla. L’indagine che ha travolto il concorso Allievi Agenti 2016 annullato è partita dall’inchiesta sul generale dell’Esercito Luigi Masiello per presunte ingerenze nei concorsi militari. Ad oggi le iscrizioni nel registro degli indagati sono 24, fra esponenti dell’Esercito, della Guardia di finanza e alcuni titolari di centri specializzati per la preparazione di concorsi pubblici. Corruzione, concussione e induzione indebita a dare o promettere utilità i reati ipotizzati dagli inquirenti. D’altro canto, 200 candidati che non sbagliano nulla, neanche una crocetta, costituiscono un accadimento che statisticamente ha dell’incredibile e certo non poteva passare inosservato.
Avvocato Fell, il suo studio – lo Studio Leone-Fell & Associati – sta seguendo parecchi candidati, che novità ci sono sul punto?
“Ben prima dell’annullamento del concorso per iniziativa del Capo della Polizia moltissimi candidati, nostri ricorrenti, erano stati ammessi con riserva alle successive fasi concorsuali. Ed infatti molti candidati che erano risultati idonei lamentavano l’illegittimo innalzamento della soglia di ammissione, censura che, grazie alle intuizioni del nostro staff legale, è riuscita a fare breccia nella giustizia amministrativa. Oggi aspettiamo la fissazione dell’udienza di merito, durante la quale, dato che hanno annullato il concorso, chiederemo il risarcimento del danno subito da tutti i nostri ricorrenti che hanno dovuto sostenere spese per partecipare al vecchio concorso dichiarato illegittimo a causa di intollerabili compromissioni. Un concorso piuttosto tormentato, mi vien da dire“.
Ecco, appunto. Ma sul fronte dei concorsi pubblici certo non si tratta del primo scandalo. Come si spiega, in questo caso, l’assenza di una banca dati ministeriale da cui attingere per prepararsi al concorso? Non sarebbe bastato questo ad evitare lo scandalo?
“Certamente, la mancata predisposizione di una banca dati determina l’insorgere di gravi rischi per la regolarità della procedura. Ciò perché se le domande non sono sorteggiate con un sistema automatizzato fra una batteria di domande prestabilite ed uguali per tutti, ma vengono individuate di volta in volta dalla Commissione di concorso, può venire meno la tutela del principio di segretezza se i Commissari – com’è avvenuto nel caso che ci occupa -si lasciano corrompere e divulgano le domande. Per tale ragione la predisposizione di una banca dati assicura maggiore regolarità della procedura”.
Sembra che le società che hanno organizzato il concorso siano della stessa regione da cui provengono i duecento in questione. Semplicemente una curiosa coincidenza?
“Oltre a questo, molti candidati, nostri ricorrenti, ci hanno segnalato che sui social network a pochi giorni dall’espletamento del concorso alcuni dei candidati che hanno fatto zero hanno pubblicato varie foto con membri delle commissioni. Le chiami coincidenze, se vuole. Questo, semmai, è uno dei casi in cui i detective sono proprio coloro che hanno svolto il concorso i quali non possono sopportare di aver studiato inutilmente e denunciano le possibili irregolarità che riscontrano facendo partire le indagini che oggi hanno condotto all’esito che tutti conosciamo”.
Gli altri partecipanti possono impugnare l’annullamento del concorso?
“Non più. Il ricorso avverso una esclusione da un concorso può essere promosso entro 60 gg dalla pubblicazione degli esiti: la graduatoria, per intenderci. Ciononostante oggi tutti i partecipanti e soprattutto tutti gli idonei possono ricorrere contro il Ministero per chiedere il risarcimento del danno ingiusto che hanno subito. Noi, come studio legale, stiamo infatti lavorando su un’azione ad hoc aperta a tutti gli idonei del concorso”.
Redazione