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Concorso scuola: spariti i codici dei plichi del concorso del 2016

L’ennesima storia di sparizione legata al concorso scuola 2016. Nel mese di luglio dello scorso anno a Palermo sono stati smarriti due plichi delle prove scritte del concorso per il sostegno nelle scuole medie, nelle stanze dell’Ufficio scolastico regionale. Per tale ragione l’USR Sicilia ha convocato i candidati, di cui si sono persi tutti i dati anagrafici, per ricostruire la situazione e rigenerare i codici, al fine di procedere con gli abbinamenti degli elaborati ai nominativi dei candidati. 

Nello scorso mese di marzo, sempre l’USR Sicilia ha informato i candidati della “prova infanzia” che, dopo dieci mesi dalla prova scritta svoltasi a Catania, sono stati perduti plichi contenenti i nominativi  da associare al codice corrispondente agli elaborati che hanno superato detta prova. Anche in questo caso, dunque, esistono alcune prove valutate come sufficienti, che tuttavia l’amministrazione non è in grado di attribuire ad alcun candidato.

Questa volta, però,  la soluzione adottata dall’USR è stata differente: anziché convocare i candidati per il riconoscimento dell’elaborato, hanno deciso di procedere in autotutela, ammettendo a pieno titolo tutti i candidati presenti nell’aula D22 dell’Università di Catania a sostenere la prova suppletiva per la classe di concorso infanzia.

Lo stesso problema legato allo smarrimento dei plichi, ad aprile, si è verificato in Toscana. Piuttosto che sanare la situazione mediante l’espletamento di prove suppletive, però,  l’USR Toscana ha deciso di convocare i candidati per il riconoscimento dell’elaborato.

Appare evidente la disparità di trattamento dei candidati, che pur investiti dalla medesima sventura legata allo smarrimento dei codici identificativi dei loro plichi e, oltretutto, riguardante la medesima disciplina, tuttavia subiscono un trattamento differente.

Unico è il concorso, differenti sono invece le soluzioni adottate dalle due USR. 

Molti candidati sono decisi a dare battaglia e annunciano già di voler ricorrere al Tar. La parola passa ai giudici.

Maria Saia

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