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Condannato per maltrattamenti in primo grado, l’incubo finisce in appello: assolto

Condannato per maltrattamenti in primo grado, l’incubo finisce in appello: assolto

Era stato condannato in primo grado, con rito abbreviato, a 3 anni e 4 mesi di reclusione per maltrattamenti, minaccia grave e resistenza a pubblico ufficiale.

Ieri, la Corte di Appello di Palermo, lo ha assolto per tutti i capi di imputazione. Con riferimento ai maltrattamenti, la Corte ha stabilito che il fatto non costituisce reato.

E’ la storia di un uomo palermitano, denunciato più volte dalla moglie, che ieri ha visto concludersi un vero e proprio incubo. Una relazione in crisi con la moglie, le querele della stessa per maltrattamenti, la custodia cautelare in carcere per diversi mesi.

rito-abbreviatoSi tratta di uno dei tanti stravolgimenti processuali: condanna in primo grado, assoluzione in appello. Pare, infatti, che la moglie avesse diverse manie di protagonismo, sin da piccola, e che avesse enfatizzato un po’ troppo i fatti realmente accaduti. E l’ammissione di tale esagerata descrizione arriva dalla stessa diretta interessata, che con una memoria al Giudice avrebbe confessato una ricostruzione quantomeno “iperbolica” degli eventi.

L’uomo, assistito dagli Avvocati Claudio Gallina Montana e Giovanni Mannino, ha visto riconosciute le proprie ragioni dalla Quarta Sezione Penale della Corte di Appello di Palermo, presieduta dal Dott. Binenti.

In particolare, il reato di maltrattamenti ex art. 572 c.p. è stato escluso per mancanza dell’abitualità: gli episodi denunciati dalla moglie, infatti, sarebbero stati totalmente isolati e non ripetuti nel tempo.

Redazione

 

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