Cari lettori, la Commissione Difesa è tornata ad occuparsi di difesa europea in occasione dell’esame congiunto di due documenti: il Programma di lavoro della Commissione europea per il 2017 – “Realizzare un’Europa che protegge, da forza e difende”, e la “Relazione programmatica sulla partecipazione dell’Italia all’UE” riferita all’anno 2017, di cui sono stato relatore.
Nel primo documento, con riferimento al settore della difesa, la Commissione UE mette in evidenza come il quadro geopolitico attuale sia difficile e in continua evoluzione, caratterizzato dalle importanti sfide connesse ai flussi migratori, dall’instabilità dell’area mediorientale e dalla minaccia del terrorismo. Alla luce del Piano d’azione europea e della Strategia globale, l’UE ribadisce l’impegno di realizzare una più incisiva politica di difesa comune, rafforzando gli strumenti a sua disposizione per sostenere il percorso di stabilizzazione politica dei suoi partner e di soluzione delle crisi in atto nel suo vicinato, unitamente alla cooperazione con gli altri attori internazionali. Nel documento all’esame della “mia” Commissione, emerge anche la proposta europea di adottare una strategia per la Siria che serva da base per la prosecuzione dell’assistenza umanitaria e per contribuire alla difficile transizione politica del Paese.
Nella Relazione sulla partecipazione italiana all’UE, il Governo delinea i propri orientamenti per l’anno 2017. In particolare, in tema di difesa, si riafferma il sostegno alle iniziative intraprese dall’Alto Rappresentante per la politica estera e di sicurezza, nonché l’impegno a rafforzare l’approccio integrato per la soluzione delle crisi internazionali ed elaborare più efficaci politiche migratorie.
Con riferimento, invece, al terrorismo e alla minaccia di Daesh, il Governo si dice pronto a sostenere la volontà dell’Unione di aumentare gli sforzi nella lotta all’estremismo jihadista, anche attraverso dei programmi di cooperazione con Paesi terzi.
L’Italia, infine, riguardo alle missioni civili di matrice UE, si impegna “ad aumentarne l’efficacia, la flessibilità e la rapidità d’impiego, mantenendo il tradizionale approccio concentrico che attribuisce priorità alle crisi nei Paesi del primo vicinato”.
On. Tonino Moscatt