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Disegno di Legge per tutelare flora e fauna protette

Presentato al Senato il Disegno di legge sui reati contro la flora e la fauna protette: pene molto severe.

regoloStambecchi, orsi bruni, aquile reali, caprioli, cervi, marmotte, pipistrelli, il “tritone delle Apuane”: sul nostro stivale vivono quasi mille specie di animali protetti di cui – a titolo meramente esemplificativo – 93 mammiferi, 467 uccelli, 58 rettili e 38 anfibi e piante che – come le querce secolari – rappresentano un vero e proprio patrimonio per l’intero pianeta. Non tutti, però, apprezzano i doni della natura.

Attività come il bracconaggio e il commercio illegale degli animali, l’inciviltà di alcuni cittadini e l’ignoranza di molte persone, infatti, hanno portato la natura a ritirarsi sempre più in se stessa: gli animali protetti diminuiscono giorno dopo giorno ed è diventato difficile persino ipotizzare dei piani di ripopolamento. Ormai, quelli che prima erano “semplicemente” denominati come animali protetti, iniziano a divenire dei veri e propri animali in via d’estinzione.

Guardando le tristi statistiche dei paesi del Mediterraneo, purtroppo è ben chiaro ed evidente che – dopo l’Egitto – l’Italia è il secondo paese a detenere il “record” di cattura, uccisione e commercio illegale di animali protetti: un dato allarmante per tutti gli amanti della natura che  adesso accolgono a braccia aperte il Disegno di legge presentato a Palazzo Madama.

Il Disegno di legge, che è stato proposto in Senato dalle forze di sinistra – tra i quali gli On. Cirinnà (Pd), Amati (Pd), De Pretis (Si) – va a completare il quadro normativo già precedentemente delineato dalla Legge n. 68 del 2015 sugli ecoreati e che aveva ad oggetto, principalmente, i delitti di gestione illegale di rifiuti e scorie.

Se il DDL verrà promosso, saranno introdotte nuove fattispecie di reato – più specifiche rispetto a quelle esistenti perché riguarderanno proprio la flora e fauna protette – e, proprio in virtù di ciò, anche delle pene più severe. Il raffronto tra la precedente legislazione e quella nuova – che subentrerebbe proprio con il Disegno di legge – è ben evidente; come ha precisato, infatti, l’On. Cirinnà «secondo la vigente legislazione, se qualcuno cattura illegalmente un rapace protetto, come l’aquila del Bonelli, e lo rivende a 20 mila euro, è punito con l’ammenda fino 2 mila euro»; nel Disegno di legge a tutela della flora e fauna protette, invece, per i reati di cattura, vendita illegale od uccisione di specie protette, l’autore rischia una multa che va da un minimo di 15 mila euro ad un massimo di 150 mila euro e la pena detentiva dai 2 ai 6 anni.

Edgar Mayer
Edgar Mayer

LE REAZIONI. «La presentazione di questo DDL è una vittoria per noi animalisti» sostiene Edgar Mayer, presidente dell’associazione animalista Gaia Animali & Ambiente Onlus, e aggiunge «A chi sostiene che questo disegno di legge è una violazione del principio di proporzionalità della pena, vorrei ricordare che la nostra Costituzione prevede espressamente che la pena deve tendere alla rieducazione del condannato e che ha una funzione general preventiva. Se la legislazione fino ad ora esistente non ha portato a risultati, era necessario intervenire». Adesso, quindi, non ci resta che attendere che il Disegno di legge venga incardinato in commissione Giustizia e venga subito calendarizzato così da poter tutelare in modo migliore il nostro fragile patrimonio naturale che contribuisce a rendere l’Italia unica nel suo genere.

Rosa d’Aniello

 

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