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Figli “bulli”? Pagano i genitori

Ha fatto il giro del mondo una decisione assunta dal consiglio comunale di Shawano, piccola cittadina degli Stati Uniti. Con un’apposita ordinanza, si è previsto infatti che i genitori di bambini protagonisti di episodi di bullismo  siano tenuti a pagare una vera e propria multa. Nasce così un nuovo e particolare strumento nella lotta ad una piaga che non ha confini.

Nuova frontiera per la responsabilità genitoriale? Giro di vite alla violenza tra giovani? Certo è che la vicenda che ha interessato alcuni giorni fa una piccola città degli Stati Uniti in tema di bullismo ha fatto senza dubbio scalpore, dai “metodi” utilizzati” fino al coinvolgimento di chi solo in via diretta non può essere considerato “bullo” in prima persona.

Il “caso” Shawano

Teatro della vicenda è Shawano, città con poco più di 9000 anime e capoluogo dell’omonima contea nello stato del Wisconsin. Già da tempo qui- come del resto in larga parte del pianeta ormai- si era acquisita consapevolezza del dilagare del bullismo e soprattutto dei sempre più pericolosi “effetti collaterali” da esso incentivati, dal consumo di droghe fino ai suicidi di alcune “vittime”, e senza dimenticare, in epoca di pieno terrorismo ed in una realtà- quella statunitense- dove davvero facile è procurarsi armi, il rischio di disturbi della personalità in grado di portare alla formazione di adulti instabili. Quale soluzione davvero efficace può essere garantita?

La scelta compiuta è per certi versi innovativa. A scendere in campo è stato il consiglio comunale di Shawano, adottando un’ordinanza ad hoc con la quale è stato semplicemente sancito ciò: se qualcuno si renderà responsabile di atti di bullismo, i genitori saranno tenuti a pagare una multa. In realtà il meccanismo è giustamente più complesso. Si parte da un primo accertamento, con cui si riscontra un episodio di bullismo:è a seguito di esso che parte un avviso per i genitori del “bullo”. A partire da questo momento decorrerà un termine, pari a 90 giorni, entro il quale i genitori dovranno adottare tutte le misure più appropriate per evitare il ripetersi di analoghi episodi. E solo laddove i genitori rimangano inerti potrà essere loro inflitta una multa , che potrà arrivare fino a 681 dollari.

I profili innovativi

Diversi , come già detto, sono i profili di interesse che suscita una decisione del genere. Innanzitutto, la considerazione di un dato: spesso , a fronte di episodi di bullismo, i genitori non ne riescono ad acquisire alcuna conoscenza o, peggio ancora, non vogliono, preferendo non intervenire. L’ordinanza di Shawano quindi tende ad evidenziarsi per una finalità solo in apparenza sanzionatoria: il vero obiettivo è creare una maggiore collaborazione e comunicazione con i genitori per sollecitare, anche con “forza”, un loro più efficace intervento .

Altro aspetto interessante riguarda il coinvolgimento di più soggetti istituzionali: non solo il meccanismo descritto è delineato in una ordinanza comunale, ma si prevede altresì che a vigilare sul suo corretto funzionamento saranno la scuola e le forze di polizia locali.

E in Italia?

Quanto potrebbe funzionare in Italia uno strumento del genere? Non sempre nel nostro Paese le scelte puramente sanzionatorie hanno avuto successo pieno (l’esempio classico più volte tirato in ballo è quello della lotta al consumo di stupefacenti), e spesso perchè frutto di scelte legislative affrettate compiute sull’onda dell’emozione diffusa e su pressione dell’opinione pubblica, anche se non mancano casi al contrario lodevoli, come avvenuto ad esempio in materia di stalking. Tra l’altro è in attesa di approvazione definitiva al Parlamento un’apposita legge su bullismo e cyberbullismo, già recante una serie di misure, che vanno dall’ammonimento del Questore nei confronti del bullo/a alla previsione di un apposito docente referente per le iniziative contro tali fenomeni per ogni scuola.

Nell’attesa, la giurisprudenza non ha mancato nel tempo di fornire soluzioni specifiche: proprio in tema di responsabilità per fatti illeciti compiuti da figli di minore età, ad esempio, “la buona educazione e  la vigilanza adeguata, il tutto in conformità alle condizioni sociali, familiari, all’età, al carattere ed all’indole del minore”, sono stati considerati gli unici parametri in grado, se provati, di esonare i genitori da responsabilità ( così Cass. civ.s. 26200/2011).

In ogni caso,  il “modello Shawano”, nella sua principale ottica collaborativa, potrebbe comunque sortire effetti positivi, garantendo cioè un coinvolgimento attivo delle istituzioni locali, visto che proprio in presenza di tematiche sociali  dovrebbe avvertirsi un effettivo “avvicinamento” alla collettività.

Antonio Cimminiello

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