Figli mammoni: tutta colpa di Teresa
Nella canzone “Teresa” di Gazzè, lo sfortunato protagonista si rende conto (forse troppo tardi) di aver scelto la donna sbagliata. Abbandona Teresa (che doveva proprio essere una vipera) e torna dai genitori:
“E poi, sono tre mesi che convivo con i miei e quasi quasi adesso io ci resto. E poi, non c’è nessuno che cucina come i miei, tutto il divano e dopo cena Sky”.
A differenza di quanto narrino certe leggende metropolitane inventate da genitori esasperati, nell’ordinamento italiano, l’obbligo di mantenere i figli non cessa con il raggiungimento della maggiore età. Mamma e papà devono mantenerti (ospitandoti in casa o corrispondendoti del denaro) fino a quando non diventi economicamente indipendente. Anche se hai trent’anni. Anche se ti sposi. Possono sospendere il mantenimento solo se diventi pienamente “autosufficiente” dal punto di vista finanziario. Sì, uno a zero per la squadra degli scansafatiche. Se il nostro sfortunato protagonista non fosse economicamente autonomo, potrebbe restare sul divano a vedere Sky. Verrebbe quasi la tentazione di mandare al diavolo tutte le Terese e restare parcheggiati davanti ai reality a vita. Se il lavoro bussa alla porta bene, altrimenti “ci pensa papà”. Ma la Cassazione, con la sentenza n. 18076 del 2014, ha messo fine al paradiso terrestre: la “non autosufficienza” viene meno se il figlio non cerca lavoro o rifiuta occasioni di impiegarsi. Se puoi renderti indipendente e non vuoi, mamma ha il diritto di spegnere i fornelli e godersi la pensione alle Maldive, lasciandoti in mezzo ad una strada. Quindi, se stai leggendo questo articolo dal comodo divano del soggiorno dei tuoi, pensaci.
In fondo, Teresa sarà anche un po’ vipera, ma le voglio bene (e poi stira e fa uno spezzatino niente male). Quasi quasi le faccio una telefonata e le chiedo scusa.
un corsivo di Davide Gambetta