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Fuga dall’ospedale per una carbonara: medici accusati di omicidio colposo

Quando la voglia di una carbonara potrebbe costarti la vita: il paziente veniva operato il 3 luglio; veniva poi ricoverato nuovamente l’11 per una emorragia e il giorno seguente moriva. La fuga dall’ospedale in complotto con i medici del Policlinico è costata la vita ad un paziente e un’accusa penale ai medici ospedalieri.

Medici e paziente in fuga dall’ospedale di Perugia

Un’operazione, quella a cui doveva sottoporsi l’architetto viterbese di 48 anni sfortunato protagonista della vicenda, alle tonsille e tessuti molli del palato. Di certo non un intervento tra i più complessi, ma pur sempre un intervento e mai da prendere alla leggera. Una preoccupazione, questa, assolutamente lontana sia per il paziente ma anche, e qui sta la gravità vera della vicenda, per i medici e chirurghi dell’ospedale. Quest’ultimi, ben lontani da quella che potremmo definire una condotta deontologicamente irreprensibile, hanno organizzato insieme all’architetto una bella serata, una doppia fuga dall’istituto ospedaliero Santa Maria della Misericordia di Perugia: la prima fuga, nel tardo pomeriggio, andando a fare la spesa (la tanto desiderata carbonara), è più per cena. Ovviamente non poteva mancare anche una piccola sosta in un pub del perugino, così da completare la serata prima del grande giorno all’indomani stesso.

Responsabilità dei medici: i risvolti legali dell’accaduto

Peccato che la goliardata abbia avuto le sue conseguenze.

Come primo aspetto, e qui veniamo ai risvolti legali della vicenda, il Pm vuole processare 5 medici con l’accusa di omicidio colposo. Nel fascicolo del pm sono finite le indagini difensive dell’avvocato Luca Mecarini che assiste la famiglia dell’uomo. Come fulgido esempio dell’ironia dei nostri tempi, alla fine sono stati gli stessi protagonisti ha documentare il fatto attraverso l’immancabile selfie. Tra gli atti, infatti, compaiono alcune foto di una “chat tra amici” su Whatsapp con il selfie scattato in sala operatoria, l’immagine della cena organizzata a casa di una delle dottoresse e della serata, quella prima dell’intervento, terminata in un pub, con il paziente che indossa al polso il braccialetto ospedaliero. Il magistrato, pertanto, muove accusa in primis al chirurgo (proprietario della casa dove si svolse il conviviale a base di carbonara) affermando che nonostante il paziente “fosse già ricoverato e nonostante le prescrizioni preoperatorie del digiuno, organizzava la sua uscita del reparto, coinvolgendolo in una cena presso la propria abitazione, facendo sì che avesse l’occasione per alimentarsi in maniera non consona rispetto all’intervento al quale sarebbe stato sottoposto il giorno seguente”.

Rientra tra gli imputati del fatto anche il primario di otorinolarigoiatria della clinica “che – secondo l’accusa – nulla faceva per impedire tale goliardica e insana iniziativa” pur non potendo non esserne a conoscenza.

Fuga dall’ospedale: le conseguenze dell’accaduto e le colpe dei medici

Certamente la vicenda si dipanerà tutta attorno alla responsabilità dei medici e alla relazione causale tra il comportamento adottato da questi ultimi e le conseguenze nefaste (la morte del paziente appunto) dei successivi accadimenti. Ma a prescindere da queste, lo stesso ospedale si vede violato nel suo regolamento interno e potrebbe decidere di adottare dei provvedimenti nei confronti dei medici coinvolti.

Martina Scarabotta

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