Cari lettori, all’inizio di questa settimana ho avuto il piacere di recarmi a Taranto, con una delegazione della Commissione Difesa, per incontrare l’Ammiraglio Enrico Credentino, Comandante dell’Operazione EUNAVFOR MED Sophia, il Contrammiraglio Giuseppe Berutti Bergotto e il Capitano di Vascello Antonio Galiuto, e quindi per visitare la Portaerei “G. Garibaldi”, che è stata la nave bandiera dell’operazione fino al 4 Aprile scorso.
Nel raccontarvi la giornata di lunedì, colgo l’occasione per divulgare ancora una volta l’attività svolta dalla nostra Marina Militare, esempio concreto dell’Italia nella lotta contro il traffico di essere umani e nell’incremento della sicurezza del Mediterraneo. Lo scopo dell’operazione “Sophia”, lanciata dall’Unione Europea a seguito dei naufragi del 2015 di imbarcazioni che trasportavano migranti, è quella di neutralizzare le rotte della tratta di esseri umani nel Mar Mediterraneo al fine di prevenire la perdita di ulteriori vite innocenti.
L’operazione ha comando italiano con quartier generale operativo a Roma, ma vi partecipano ben 25 Stati membri. La visita alla nave era stata preceduta, lo scorso 27 ottobre, dall’incontro delle Commissioni Difesa e Esteri con l’ammiraglio Credendino per fare il punto sull’andamento dell’operazione ‘Sophia’. La Garibaldi è un dispositivo aeronavale composto da un sommergibile e due velivoli a pilotaggio remoto; dal 2016 è stata l’ammiraglia dell’Operazione Sophia.
L’attività della nave è stata molto intensa grazie alla tenacia e alla professionalità di tutte quelle persone che hanno preso parte all’operazione, trascorrendo più di 4530 ore in mare e coprendo in totale di più di 37.700 miglia nautiche. La nave ha svolto un ruolo chiave nel coordinamento delle operazioni riguardanti la lotta al traffico di esseri umani e alla prevenzione delle tragedie nel Mediterraneo con esercitazioni e missioni che vedevano coinvolta la flotta della Marina Militare Italiana e l’unità della Guardia Costiera libica, l’azione nelle aree di crisi e l’implementazione dell’embargo delle armi imposto dal Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite. Lo scorso 4 Aprile, per continuare a compiere la missione assegnata il 22 giugno 2015, la Marina Militare Italiana ha passato “il testimone” ad un’altra delle nostre navi, la LPD San Giusto, che continuerà a portare la bandiera italiana nel contesto europeo.
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