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Giudici di Pace, Orlando: discuteremo e troveremo la quadra. Crasto: bene il lodo Albamonte

 

     Napoli, 27 maggio – Con la magistratura onoraria e con i giudici di pace «Discuteremo fino all’ultimo e troveremo una quadra, sono convinto che alla fine la situazione sarà migliore di quella trovata a inizio legislatura». Sono le parole del ministro della Giustizia Andrea Orlando intervenuto oggi al primo Congresso di Area democratica per la giustizia in corso a Napoli.

È comunque innegabile, prosegue il guardasigilli, che l’idea secondo cui «si possa equiparare la magistratura onoraria a quella ordinaria trova ostacoli di carattere costituzionale e neanche un grandissimo entusiasmo da parte della magistratura ordinaria. Non mi pare che il parere dell’Anm, al di là della buona creanza, vada in questa direzione».

     Secondo Orlando, in ogni caso, «si tratta di trovare ora un punto di equilibrio perché non si parlava di magistratura onoraria quando si facevano proroghe di anno in anno e sembrava un assetto accettabile. Oggi stiamo provando a dare un assetto stabile che ha anche una serie di difficoltà per trovare la quadra. La troveremo – conclude il ministro- perché fino all’ultimo discuteremo con i magistrati onorari. Considero mio dovere non avere un paese che affida quasi metà della propria giurisdizione a persone che non sanno se l’anno dopo saranno in quella funzione o no».

Crasto (ANGdP), bene il lodo Albamonte

A margine del convegno interviene anche Vincenzo Crasto, presidente emerito e responsabile organizzativo ANGdP, il quale ricorda che «i giudici di pace sono in astensione per un mese, fino all’11 giugno. Si tratta di una protesta che non trova precedenti nella storia della Repubblica e a cui siamo costretti per tutelare il diritto di tutti i cittadini ad una giustizia efficiente». Una protesta senza precedenti, che – assicura Crasto – si fonda sull’«assoluta certezza» che lo schema di decreto legislativo di riforma della magistratura di pace e onoraria elaborato in via Arenula «determinerebbe, se approvato nei termini attuali, la completa ed ineluttabile paralisi della giurisdizione».

L’Associazione nazionale giudici di pace esprime invece un «convinto apprezzamento» per la soluzione delineata dal presidente dell’Associazione nazionale magistrati Eugenio Albamonte, il quale ha oggi affermato che «l’Anm è favorevole alla corretta attuazione della delega sulla giustizia onoraria, in specie con riferimento al regime transitorio, ovvero la previsione, per i magistrati di pace ed onorari in servizio ininterrottamente da oltre venti anni, di ulteriori quattro mandati quadriennali, la rimozione per costoro del limite di utilizzo ed il riconoscimento di tutele previdenziali, a cui a nostro avviso deve corrispondere il riconoscimento di una adeguata retribuzione».

(Amer)

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