Roma, 31 mag. – L’Anm esprime “preoccupazione” sul fatto che sulla riforma organica della magistratura ordinaria si arrivi a scadenza “senza avere il numero sufficiente di magistrati ordinari”.
Lo ha sottolineato il presidente dell’Anm, Eugenio Albamonte, audito in Commissione Giustizia alla Camera, nell’ambito dell’indagine conoscitiva sull’esame dello schema di decreto legislativo sulla riforma organica della magistratura onoraria e altre disposizioni sui giudici di pace. L’Anm, ha osservato Albamonte, pur essendo “ampiamente favorevole all’impianto della legge”, esprime le sue “preoccupazioni sulle varie fasi di passaggio dal regime attuale a quello successivo”.
Albamonte ha ricordato che la legge si articola in una fase di quattro anni: “con questa struttura – ha detto – temiamo che si arrivi alla scadenza senza il numero opportuno di magistrati ordinari”. Il numero uno del sindacato delle toghe ha ricordato che la situazione dei tribunali italiani è ‘a macchia di leopardo’ per cui “potrebbe non andare bene stabilire un numero secco di magistrati”. Fra l’altro, ha aggiunto, “ci sono pochi magistrati onorari che resteranno in ufficio, gli altri stanno in udienza per cui parlare di ‘giornata’ per tutti creerà equivoci anche in sede di liquidazione”.
No all’eccessiva rigidità sulla residenza, ha aggiunto Albamonte. Da qui la proposta di “consentire meccanismi che permettano di spostare il magistrato, in momenti di necessità, al tribunale vicino senza prevedere bandi farraginosi o veri e propri trasferimenti”.
(Sin/AdnKronos)