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Grandi aspettative sul Ddl lavoro autonomo. Pansini (Anf): Si affronti tema giovani avvocati monocommittenti

Grandi aspettative da parte degli esponenti del mondo delle professioni sul Ddl sul lavoro autonomo in discussione alla Commissione lavoro della Camera. Sono proprio i liberi professionisti, infatti, ad avere subito più di altri il morso della crisi economica, puntualizza Marina Calderone, presidente del Comitato unitario degli ordini e collegi professionali (Cup),  ascoltata ieri in Commissione dove  ha proposto alcuni interventi di modifica al testo del disegno di legge. In particolare, spiega la Calderone, bisognerebbe inserire per legge una forma di di equo compenso del professionista che sia correlato alla qualità e quantità del lavoro svolto. «Un criterio ragionevole per stabilire in quale misura calcolare l’equo compenso potrebbe essere, ferma restando la discrezionalità del giudice nel valutare caso per caso le patologie del rapporto, il riferimento ai parametri giurisprudenziali vigenti».

Apprezzamenti al Ddl anche da parte di Luigi Pansini, segretario generale dell’Associazione Nazionale Forense, secondo il quale il nuovo testo «potrebbe soddisfare in parte le aspettative di un riordino e di un ammodernamento dell’organizzazione del lavoro dei professionisti autonomi. Quanto alla professione forense, la seconda lettura in parlamento del Ddl 4135 potrebbe consentire anche di affrontare definitivamente la questione dei giovani avvocati monocommittenti, il cui unico cliente è lo studio presso il quale lavorano, intervenendo con piccole ma significative modifiche sulle incompatibilità previste dalla legge professionale n. 247 del 2012, prevedendo particolari tutele per questa nuova figura di avvocato e coinvolgendo l’ente di previdenza forense per le questioni previdenziali connesse ad un fenomeno che nessuno sembra finalmente più ignorare,  e che racchiude un patrimonio professionale assolutamente da tutelare».

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