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Impugnazione di strumento urbanistico: quale dies a quo?

“Il termine per l’impugnazione dello strumento urbanistico generale decorre non dalla notifica ai singoli proprietari interessati dalla disciplina del territorio, ma dalla data di pubblicazione del decreto di approvazione o, al più tardi, dall’ultimo giorno della pubblicazione all’albo pretorio dell’avviso di deposito presso gli uffici comunali dei documenti riferiti al piano approvato, salvo che esso non incida specificatamente, con effetti latamente espropriativi, su singoli, determinati beni”.

Con questa massima, contenuta nella sentenza n. 622/2017, resa dal Collegio della sez. VI, il Consiglio di Stato pone una pietra miliare sul dies a quo concernente l’impugnazione dello strumento urbanistico.

In ipotesi di impugnazione dello strumento urbanistico, quindi, i termini inizieranno a decorrere dall’ultimo giorno di pubblicazione sull’albo pretorio dell’ente interessato.

La vicenda sottesa alla sentenza in esame

Il principio suindicato, prende spunto da un precedente e consolidato orientamento dello stesso organo massimo amministrativo (sent. 4890/2016). Tuttavia, la complessità della vicenda, imponeva al Collegio, alcune puntualizzazioni. In particolare, il legale rappresentante di un complesso alberghiero impugnava, tardivamente, il piano particolareggiato dell’arenile avantistante la struttura. La difesa dell’appellante fondava la propria pretesa sulla incompletezza della deliberazione pubblicata sull’albo pretorio, in quanto non munita di grafici, planimetrie e volumetrie modificate. Ragion per cui, la società ricorrente in secondo grado, impugnava il provvedimento comunale, solo in seguito alla presa visione della documentazione completa. Tale prospettazione, tuttavia, non è bastata per giustificare la tardività dell’impugnazione visto, altresì il carattere sui generis del provvedimento. Il Collegio della sesta sezione, infatti, sulla scorta di un precedente e consolidato orientamento, rigettava l’appello. L’istanza di accesso alla documentazione di variante, infatti, non può tramutarsi in un espediente per sospendere i termini di impugnazione.

Il dies a quo decorre dalla pubblicazione del provvedimento sull’albo pretorio

Il termine per impugnare lo strumento urbanistico, quindi, decorre dalla pubblicazione della deliberazione nell’albo pretorio. Ciò vale per i soggetti direttamente e indirettamente contemplati dal provvedimento stesso. La libera visione al pubblico della documentazione correlata alla deliberazione e non pubblicata, rende inapplicabile il beneficio della rimessione in termini di cui all’art. 37 c.p.a.

Giacomo Donnarumma

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