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Insegnanti, 500 euro per l’aggiornamento tra tante difficoltà

Cari docenti, cerchiamo di capire cosa fare per ottenere l’atteso “Bonus Renzi” di quest’anno, ovvero i 500 euro utili per l’aggiornamento degli insegnanti.

Legge 107/2015 “La Buona Scuola” e la formazione continua degli insegnanti

Lo scorso anno la Legge 107/2015 “La Buona Scuola” ha stanziato e ha erogato, tramite accredito sullo stipendio rilevabile dal cedolino, 500 euro assegnati ai docenti di ruolo delle istituzioni scolastiche statali di ogni ordine e grado, dalla scuola dell’infanzia alla scuola secondaria di II grado. La citata Legge,  come specificato ai commi 121, 122 e 123, ha stanziato 381 milioni di euro per sostenere la formazione continua dei docenti e valorizzarne le competenze professionali a partire dall’anno scolastico 2015/16.

Cosa pensano i docenti del Bonus?

L’agevolazione per l’aggiornamento ha riscosso vari pareri. In genere gli insegnanti si sono mostrati “riconoscenti” verso chi aveva deciso che era arrivato il momento di incentivare i docenti ad aggiornarsi, ma tale riconoscenza riservava una nota giustamente polemica, in quanto gli insegnanti per necessità professionale e per portare avanti con coscienza il loro compito che non era solo quello professionale, ma di stile di vita dedito all’educazione, da sempre hanno avuto la necessità di aggiornarsi autonomamente. D’altra parte in considerazione del fatto che gli insegnanti hanno da sempre acquistato libri, si sono iscritti a corsi di aggiornamento, assistono a rappresentazioni teatrali e cinematografiche, frequentano gli eventi culturali, il contributo, seppur insufficiente, è stato accettato e utilizzato. Bastava conservare le fatture delle spese ammesse effettuate e consegnarle entro agosto alla segreteria del proprio istituto scolastico. Semplice.

Come si accede quest’anno al contributo per l’aggiornamento?

 Adesso non è più così, con la nota del 29 agosto relativa alla rendicontazione delle spese dello scorso anno e come annunciato nel Piano di formazione degli insegnanti, i 500 euro non saranno più accreditati sullo stipendio, ma i docenti dovranno armarsi di pazienza e buona volontà nel seguire le indicazioni, peraltro complicate, per accedere al contributo. Quest’anno si parla di un borsellino elettronico da utilizzare iscrivendosi ad una piattaforma in web. Attraverso il sito http://www.cartadeldocente.istruzione.it,  non ancora attivo alla stesura dell’articolo in quanto chi scrive ha provato più volte ad accedere senza successo, ma sicuramente reso fruibile entro il 30 novembre c.a. si potrà iniziare con la procedura elettronica di registrazione alla “Carta del Docente”.

Ricordiamo che gli acquisti consentiti, secondo  Legge 107/2015, comma 121,  sono sempre gli stessi:

libri, testi, riviste e pubblicazioni utili all’aggiornamento professionale (anche in formato digitale); hardware e software; per iscriversi a corsi di aggiornamento e di qualificazione professionale, purché siano svolti da enti accreditati presso il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca (MIUR); per iscriversi a corsi di laurea, specialistica o a ciclo unico che abbiano attinenza col profilo professionale, ovvero ad un corso post-laurea o ad un master universitario inerente al proprio profilo professionale; per assistere a rappresentazioni di teatro e cinematografiche; per acquistare biglietti di ingresso a musei, eventi culturali, mostre o spettacoli dal vivo; per iniziative coerenti con le attività individuate nell’ambito del piano triennale dell’offerta formativa delle scuole e del Piano nazionale di formazione.
Attenzione, però, non potete inserire le spese già sostenute. Questo significa che quanto è stato comprato prima dell’attivazione in web della carta non è contemplato né rimborsato.  Dunque, tramite l’applicazione verranno generati dei “buoni di spesa” e sarà  possibile effettuare acquisti presso gli esercenti ed enti accreditati a vendere  i beni e i servizi sopraelencati.

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Cosa fare?

Bisogna, intanto, avere dimestichezza con l’informatica, perché si tratta di un processo complicato, poi bisogna ottenere l’identità digitale tramite le credenziali Spid, Sistema Pubblico di Identità Digitale, già attivo http://www.spid.gov.it/richiedi-spid. Si può scegliere dove registrarsi e i provider sono 4, o meglio Identity Provider.  InfoCert, Poste Italiane, Sielte o TIM sono abilitati al rilascio delle credenziali per effettuare l’acquisto online. Attenzione, però, alcuni di essi sono a pagamento. Il codice unico che verrà generato verrà inviato alla casella di posta elettronica del docente e permetterà di accedere, con username e password, a vari servizi, http://www.spid.gov.it/servizi. Tutti i provider contemplano l’attivazione di persona presso i centri più vicini o presso le filiali delle Poste, tranne la Sielte che non ha sedi in tutte le città italiane. Infocert, http://www.infocert.it è a pagamento, non è specificato il costo e serve una webcam; Poste, http://www.posteid.poste.it è gratuito, ma bisogna essere clienti Bancoposta, oppure si può ricevere tutto a casa, dopo essersi registrati personalmente ed avere attivato la certificazione tramite il cellulare, con una cifra di 14,50 euro; Sielte, http://www.sielteid.it è gratis e serve la webcam; Tim, http://www.tim.it/tim-id è gratis per due anni se si attiva prima della fine di dicembre e se si è in possesso della firma digitale, per l’attivazione online e carta nazionale dei servizi (CNS) o carta di identità elettronica preventivamente abilitate per fare la richiesta. In ogni caso, munitevi di scanner, webcam, un contatto skype, un tablet, uno smartphone, un lettore di smart card e, ovviamente, il computer con casella di posta elettronica, tenendo a portata di mano la carta d’identità cartacea e il codice fiscale.

Se tutto andrà bene riceverete le credenziali da potere usare

Alla fine e sempre se la procedura andrà a buon fine riceverete le credenziali che serviranno per gli acquisti, solo online e per produrre i buoni–spesa da utilizzare per l’acquisto di beni come computer, tablet e servizi, ovvero corsi di aggiornamento, ingressi a cinema, musei e teatri. Alla luce di tutto ciò cimentarsi in tale registrazione risulta, a prima vista, estremamente complicato e difficile. Forse iniziando la procedura di registrazione tante difficoltà si potranno risolvere sul campo, ma una cosa è certa: il docente italiano oltre ad insegnare le proprie materie, per continuare a sopravvivere nel mondo della scuola, dovrà prendere una laurea in informatica, altrimenti non potrà usufruire del bonus per aggiornarsi. Buona fortuna cari docenti!

Selene Grimaudo

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