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Intervista a Deborah Piemontese: avvocato, consigliera e neomamma

Lavoro, casa, maternità: questi tre termini se mescolati insieme possono dar vita a tante complicazioni.
Rispettare ogni compito per una donna che lavora ed è appena diventata madre può diventare davvero difficile. Se poi la neomamma è anche una libera professionista che non può assentarsi dal lavoro, i problemi raddoppiano.

Noi di MasterLex ci siamo chiesti come si organizza una mamma avvocato con una neonata in casa da accudire. Per capire meglio quanto è difficile e bello insieme arrivare a una conciliazione tra professione e famiglia, abbiamo chiesto aiuto a una mamma d’eccezione: Deborah Piemontese.

L’avvocato e consigliere comunale alla Terza Municipalità di Napoli da giugno 2016 ci ha concesso un’intervista in cui ci spiega del suo ritorno a lavoro a pochi mesi dalla nascita di Angela, la sua bambina. Per Deborah Piemontese, il rientro alla Terza Municipalità è stato semplificato dal grande aiuto del Presidente Ivo Poggiani, che ha ceduto il suo ufficio per trasformarlo in una nursery a prova di bimba.

Deborah Piemontese è stata eletta il 5 giugno 2016 e ad agosto è diventata mamma. L’incarico politico, insieme alla sua libera professione di avvocato, l’ha impegnata su più fronti, ma grazie al supporto dei colleghi e di Ivo Poggiani, lavoro e maternità sono apparsi fin da subito un pochino più semplici.

Lo scoprirete meglio da lei stessa e con questa intervista che ci ha gentilmente rilasciato.

Ciao Deborah e grazie per aver risposto alle nostre domande. La prima domanda è d’obbligo. Che cosa significa nel concreto diventare madre per un avvocato?

Significa dover in gran parte rinunciare a nuovi incarichi e fare salti mortali per ottemperare ai precedenti.

Come concilia lavoro e famiglia da quando è diventata madre?

Mi reputo una donna molto fortunata, perché posso contare sul prezioso aiuto dei miei genitori – che , entrambi pensionati, sono sempre pronti ad accompagnarmi nei miei spostamenti lavorativi – e di mio marito che da quando è nata la piccola è ancora più collaborativo in casa e in generale in tutto ciò che attiene alla nostra bimba. Questo mi consente di continuare comunque a lavorare. Tutte le mattine sono in municipalità ove grazie alla disponibilità del Presidente Ivo Poggiani posso partecipare ai consigli e ai lavori della commissione mentre la mia piccola Angela é con i nonni nella stanza, che appunto il presidente ha messo noi a disposizione. Nel suo studio posso allattarla con tranquillità. Tutti i pomeriggi sono invece con la piccola nel mio ufficio dove, sempre tra una poppata e un capriccio,  cerco di lavorare al computer e ricevere i miei clienti.

deborah piemontese

Come è cambiato il clima lavorativo con l’iniziativa della nursery alla Terza Municipalità?

Per me è stata una sorpresa incredibile. Quando a giugno ci furono le elezioni e seppi di avercela fatta, mi sentii eccitata e felice da un lato e scoraggiata e disincantata dall’altro. Ero al settimo mese di gravidanza. La bimba sarebbe nata ad agosto e sapevo benissimo che almeno per i primi mesi non avrei potuto partecipare a nessuna delle attività consiliari. Come avrei potuto con una bimba così piccola ? Non avrei potuto mai lasciarla a casa seppur in compagnia dei nonni o del papà e di certo non avrei mai potuto immaginare di poterla portare con me. Pertanto ero convinta che sarei stata costretta a disertare per molto tempo le sedi della Terza Municipalità. E invece, li vi ho trovato un presidente estremamente pratico, estremamente concreto che di fronte ad una realtà in cui noi mamme non abbiamo alcuna agevolazione, ci ha messo a disposizione come nursery addirittura la sua stanza spostando le sue riunioni in altre meno confortevoli o addirittura spesso e volentieri nei corridoi. Se posso recarmi tutte le mattine e partecipare ai lavori di consigliera eletta ė stato solo grazie a lui che ha saputo con una leggerezza incredibile creare intorno a me e alla mia piccola un’atmosfera di serenità e di grande normalità, condizioni indispensabili per lavorare bene e che hanno contribuito a rendere più intenso e proficuo il lavoro svolto da me con tutti gli altri consiglieri, che ormai considerano Angela un po’ la mascotte di tutta la Municipalità.

Mamma e avvocato: qual è l’aspetto più difficile da gestire nella vita di tutti giorni?

Per me, da sempre abituata a organizzarmi le giornate lavorative  al minuto, l’aspetto più difficile ė sicuramente l’impossibilita di tenere fede alla mia agenda!!!! Prima di diventare mamma programmavo con precisione la quotidianità scandendone i vari momenti. Quello delle udienze e degli adempimenti in tribunale, quello del ricevimento clienti, quello del lavoro al computer a scrivere memorie e ricorsi. In penale spesso capita che a  un cliente siano notificati atti dove i termini per depositare opposizioni  e istanze siano molto brevi e perentori e quindi non era raro per me portare il lavoro a casa e lavorarci fino a tarda notte. Con una bimba piccola tutto questo non é più possibile ovviamente. Gli orari li detta lei 🙂 . la mia piccola mi assorbe quasi completamente. Un raffreddore,le colichette, le notti insonni, e in generale tutte le attenzioni e le premure di cui necessitano i neonati e che non voglio assolutamente far mancare a mia figlia fanno saltare in un minuto  tutti i programmi. Questo per me costituisce l’aspetto più delicato perché non stiamo parlando di far saltare un’uscita con amiche o lo shopping, ma di responsabilità nei confronti di chi mi ha conferito mandato che soprattutto grazie ai colleghi di studio riesco comunque ad onorare.

Quali misure potrebbe attuare il Governo per tutelare una mamma libero professionista?

La mia attività di avvocato si è fermata sostanzialmente perché non posso portare la piccola con me in tribunale e credo che ciò sia  un fatto che accomuna tutte le donne lavoratrici.  Lo Stato dovrebbe dotare gli uffici pubblici di nidi e  varare leggi che li prevedano anche in quelli privati.  Dovrebbe fare insomma ciò che il presidente Ivo Poggiani ha organizzato per me. Uno spazio confortevole in cui possa allattare la mia bimba, farla riposare e giocare sapendo di averla nella stanza accanto mentre in serenità mi dedico alle attività lavorative. Si incentiverebbero le nascite, si ridurrebbero i periodi di congedo e di allontanamento dal lavoro della mamme e si getterebbero le basi per un miglior rapporto anche tra colleghe e colleghi, spesso turbati e penalizzati dalle lunghe assenze delle puerpere.

 

Come darle torto? La solidarietà per una mamma che lavora è indispensabile. Creare un clima lavorativo accogliente come quello che si è creato con la trasformazione di una nursery alla Terza Municipalità è la soluzione più intelligente e bella per una neomamma alle prese con impegni e lavoro.

Siete d’accordo con noi?

Eleonora Usai

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