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Il ricorso per Cassazione ed il ricorso alla Corte Edu, intervista all’Avv. Stefano Giordano

Il ricorso per Cassazione ed il ricorso alla Corte Edu, intervista all’Avv. Stefano Giordano

Il ricorso per Cassazione in materia Penale e il ricorso individuale alla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo. Due temi cruciali, per affrontare i quali la LA. P.E.C., sezione di Palermo, ha reclutato un vero e proprio parterre de roi che il domani e sabato 3 dicembre prenderà parte al seminario organizzato nel capoluogo siciliano.

La conduzione dei lavori della prima giornata è affidata al primo presidente della Corte di Cassazione, Giovanni Canzio, che fornirà una rassegna dei principali problemi connessi al “ricorso per Cassazione in materia penale” dopo i recenti interventi normativi.

Trasmetteremo in diretta streaming le giornate di lavori. La partecipazione al Seminario riconosce agli Avvocati n. 6 crediti formativi .

Clicca-qui-per-scaricare-la-locandina.

imgAbbiamo intervistato, in esclusiva, l’ avvocato Stefano Giordano, presidente LA.P.E.C. sezione Palermo.

1)Avvocato, partiamo dal Caso Contrada, un suo personale successo: dopo la pronuncia della Corte Edu, la Cassazione sembra oggi trincerarsi dietro una posizione di difesa della giurisprudenza domestica in materia di concorso esterno. Una reazione comprensibile o ancora la nostra giurisprudenza stenta a introiettare i principi elaborati a Strasburgo in tema di legalità penale?

Si tratta di una posizione che sta iniziando a consolidarsi, pur con riferimenti diversi al Caso Contrada. Non c’è  dubbio che vi sia una resistenza da parte della giurisprudenza sia della Corte Costituzionale che della Cassazione, che appare ancora un po’ refrattaria ad introdurre in toto i principi della Corte Edu. Ma con riferimento al caso Contrada, nello specifico, la Corte Costituzionale ha statuito che l’articolo 46 della Convenzione obbliga i Paesi a rispettare le sentenze della Corte Europea. Mi aspetto, nel giudizio in Cassazione che avremo a breve, un’adesione totale rispetto alle sentenze della Corte Edu, in virtù degli obblighi previsti dal Trattato”.

2)Ormai la Cedu è subissata di ricorsi provenienti dall’Italia e anche a Strasburgo i tempi di risposta processuale sono tutt’altro che “ragionevoli”, in barba ai principi elaborati proprio in quella sede. E’ un problema di eccesso di aspettative da parte dei ricorrenti italiani ovvero a Strasburgo c’è qualche problema? Vede qualche rimedio?

“Si dice, a questo proposito, che la Corte Edu sia rimasta vittima del suo successo. Addirittura, nel primo anno di funzionamento della Corte, i casi giunti sino alla Corte furono solo tre, di cui due dichiarati inammissibili. Adesso ci sono decine di migliaia di ricorsi che arrivano alla Cedu e devo dire che la Corte sta cercando di fare il massimo, attrezzandosi anche di giudici monocratici. I profili di inammissibilità, indubbiamente, cresceranno perché quella libertà di forma che era consentita per esempio al detenuto ricorrente di proporre la causa autonomamente non esiste più. Occorre, per forza, rivolgersi ad un legale specializzato in tale materia visto il formalismo, quasi eccessivo, che si sta manifestando. Si cerca, al contempo, di bilanciare gli interessi dei diritti umani in Europa con la celerità della risposta”.

3)Due battute sul dialogo tra Corti: ormai  Cedu, Corte Costituzionale e Corte di Giustizia sono sempre più giudici dei diritti. Ma non si rischia l’effetto Babele? A chi spetta l’ultima parola?

“Ognuno resta sovrano all’interno del proprio Paese. E questo è stato chiarito anche nell’ultimo protocollo siglato tra la Corte Edu e la Cassazione. Il Giudice nazionale, però, dovrebbe essere il primo guardiano della Cedu e anche del diritto comunitario. E la Corte Costituzionale, con le sentenze gemelle, ha precisato tale aspetto. Direi, quindi, che il dialogo dovrebbe coinvolgere non solo la Cassazione e la Corte Edu ma anche, e abbondantemente, la Corte Costituzionale”.

4)Quali aspettative si attende dal Convegno?

“Sarà un bel momento, anche conviviale, di approfondimento e di studio. Certamente si scontreranno posizioni differenti, ma solo attraverso una dialettica importante si riesce ad arrivare a soluzioni virtuose in grado di riportare serietà nei Tribunali, cosa che ultimamente non sempre si manifesta nelle nostre aule giudiziarie”.

Redazione

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