New York, 9 mag. – La Corte Penale Internazionale (Cpi) intende aprire un’inchiesta sui crimini commessi contro i migranti in Libia, Paese diventato un “mercato” per i trafficanti di esseri umani. Lo ha annunciato la procuratrice capo della Cpi, la giurista gambiana Fatou Bensouda, parlando davanti al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite.
Migliaia di migranti, tra cui donne e bambini, sono rinchiusi in centri di detenzione in Libia, all’interno dei quali “si presume siano frequenti reati come l’omicidio, lo stupro e la tortura”, ha dichiarato la Bensouda, precisando che la Cpi sta cercando di raccogliere le prove su questi presunti crimini. La giurista si è quindi detta “sconvolta dai rapporti credibili secondo i quali la Libia è diventato un mercato per i traffici di esseri umani”.
La Cpi, ha aggiunto la Bensouda, sta “considerando attentamente se aprire un’inchiesta sui crimini legati ai migranti in Libia” e ha spiegato che sono in corso valutazioni per capire se questi casi rientrino nella competenza della Corte. Evidenziano, infine, come le condizioni di sicurezza in Libia si siano “deteriorate in modo significativo” rispetto al 2016, la Bensouda ha denunciato i legami tra il traffico di migranti e lo sviluppo della criminalità organizzata e delle reti terroristiche nel Paese nordafricano.
(Rak/AdnKronos)