Shopping Cart

Ministeriale NATO: di cosa discutono i Ministri della Difesa?

Amici di “Qui Difesa”, in termini di sicurezza globale viviamo un periodo di grandi cambiamenti, fatto di nuove sfide e continue evoluzioni. L’instabilità del versante sud europeo, dalla frammentarietà dello Stato libico all’emergenza migranti nelle acque del Mediterraneo, unitamente agli attriti che si registrano, invece, più ad est, dimostrano quanto il tema della difesa sia estremamente cruciale per prevenire e reprimere ogni nuova minaccia che si presenti ai nostri confini.

La consapevolezza di tutto ciò sottende al vertice NATO che, in queste ore, si sta svolgendo a Bruxelles e a cui prendono parte i Ministri della Difesa dei membri alleati. Tra gli argomenti oggetto della ministeriale figurano le spese militari e il terrorismo. Quanto al primo tema, il Segretario generale Stoltenberg ha dichiarato come sia necessario giungere ad una più equa ripartizione degli oneri dell’Alleanza tra gli Stati, auspicando al contempo un incremento degli investimenti destinati  alla difesa. A tal proposito, il Ministro Roberta Pinotti ha espresso l’impegno dell’Italia ad investire di più e meglio nel settore, affinché si dia una spinta concreta ad una maggiore integrazione dei mezzi e delle risorse più qualificate, evitando duplicazioni e proseguendo sulla strada della complementarietà.

In merito alla lotta al terrorismo, la NATO riafferma il sostegno alla coalizione di contrasto allo Stato islamico, lavorando al contempo con alcuni Paesi partner dell’area nordafricana e mediorientale. Dopo gli Stati Uniti oggi l’Italia, fornendo un contingente qualificato e un aiuto concreto nella lotta al terrorismo, è il secondo ‘maggior contributore’ nella lotta all’Isis in Iraq. Inoltre, sempre relativamente al nostro Paese, è in discussione il progetto per creare un hub – fronte sud dell’Organizzazione – presso il Comando congiunto interforze NATO di Napoli. Si tratta di una decisione cruciale per l’Italia, fortemente avanzata dal Ministro Pinotti e dai vertici militari nazionali. Perché? Perché consentirebbe di accrescere la sicurezza del Mediterraneo attraverso un coordinamento delle operazioni; migliorerebbe inoltre la comprensione della situazione di crisi dell’area e la capacità di intervenire con azioni di capacity building nei Paesi della regione. Oggi, più che in passato, è doveroso e necessario un impegno comune e tangibile per fermare le nuove minacce ed aumentare la sicurezza dentro e fuori i nostri territori. Come ha più volte espresso il Segretario Stoltenberg, è un momento cruciale per la sicurezza transatlantica ed è necessario “fare squadra” affinché la NATO sia in grado di fronteggiare le nuove minacce.

Tonino Moscatt

quidifesa@masterlex.it

Ultimi articoli

LA TORMENTATA DISCIPLINA DEI LICENZIAMENTI DEL JOBS ACT. I recenti interventi della Corte Costituzionale.
LAVORO, INTELLIGENZA ARTIFICIALE E DISCRIMINAZIONI
USO E ABUSO DELL’IA: LA RESPONSABILITA’ DA ALGORITMO.
Lavoro e Piattaforme