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Padova: parla il legale della madre del ragazzino allontanato perché a “rischio omosessualità”

Padova, 10 gen. – “La decisione del Tribunale dei Minori è una cosa inaudita: come si fa a motivare l’allontanamento di un bambino dalla famiglia con il fatto che i suoi punti di riferimento sono solo figure femminili: la madre e le sorelle? E questo potrebbe causare una sessualità diversa?”. Così l’avvocato Francesco Miraglia, legale della madre, commenta all’Adnkronos la sentenza del giudice dei minori di Venezia che ha deciso l’allontamento di un ragazzino di 13 anni dal nucleo familiare, in seguito alla relazione dei servizi sociali e della comunità che ha iniziato a frequentare dopo la separazione dei genitori finita in tribunale. Per il giudice, il ragazzino deve essere trasferito in una comunità lontano da casa perché la madre viene indicata dai servizi sociali come la responsabile del ‘comportamento oppositivo’ del ragazzo nei confronti del padre, che non vuole più incontrare.

     Una storia complessa, quella del ragazzino, cominciata con una separazione burrascosa tra i genitori, in seguito alla quale il tribunale per i minori emette un primo provvedimento di allontanamento: il 13enne deve andare in una comunità diurna ogni giorno dalle 7 alle 19. Poi però i responsabili della comunità notano gli atteggiamenti ‘effeminati’ del ragazzino, li segnalano ai servizi sociali che a loro volta fanno una relazione al tribunale per i minori. Nasce così il secondo provvedimento dei giudici che hanno convocato i genitori in udienza per martedì 17 gennaio. “E questo perché il ragazzino è andato una volta a scuola truccato e si è fatto dare lo smalto sulle unghie…”, spiega l’avvocato Miraglia.

“In un momento storico come quello attuale in cui si parla di adozioni per i gay e coppie di fatto, è scandaloso che si possa leggere quanto scritto nel provvedimento di un’autorità giudiziaria che deve tutelare il minore – polemizza l’avvocato Miraglia – Ammesso e non concesso che il ragazzo abbia tendenze omosessuali, nessuno si è chiesto che cosa potrebbe succedere a un ragazzo del genere se affidato ad una comunità? E non vorrei poi si parlasse di ‘tragica fatalità'”, avverte il legale della madre.

     “Spero quindi che all’udienza della prossima settimana ci sia un cambio di rotta da parte del tribunale – conclude il legale – perché allontanare un bambino dalla madre per sue presunte tendenze omosessuali è ghettizzare le persone, e si riapra il caso con una modifica del provvedimento, che oggi pende sul capo di un bambino che da un momento all’altro potrebbe essere allontanato drasticamente dalla sua famiglia”, conclude.

     (Dac/AdnKronos)

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