Berlino, 25 gen. – I crescenti livelli di corruzione percepita e la diseguaglianza sociale hanno fornito terreno fertile per l’ascesa del populismo nel 2016. Tuttavia l’ascesa di politici populisti in tutto il mondo rischia di minare la lotta alla corruzione. E’ quanto sostiene il report di Transparency International, nel quale si stila il ranking mondiale del Cpi, l’indice di percezione della corruzione.
I leader populisti come il presidente degli Stati Uniti Donald Trump e la candidata alle presidenziali francesi Marine Le Pen, sostiene il rapporto, hanno richiamato regolarmente i collegamenti tra una “elite corrotta” e l’emarginazione dei lavoratori. Ma i partiti anti-sistema in generale non sono riusciti ad affrontare la corruzione una volta preso il potere.
Anzi. “Nei paesi con i leader populisti o autocratici, spesso vediamo democrazie in declino e tentativi inquietanti di reprimere la società civile, limitare la libertà di stampa e indebolire l’indipendenza della magistratura”, ha spiegato il presidente Jose Ugaz, per il quale “invece di affrontare capitalismo clientelare, questi leader di solito installano forme ancora peggiori di sistemi corrotti”.
L’indice annuale di Transparency ha mostrato che il 69% dei 176 paesi presi in esame ha una percezione della corruzione inferiore al 50 per cento. Danimarca, Nuova Zelanda e Finlandia siclassificano come paesi meno corrotti, mentre la Corea del Nord, Sud Sudan e Somalia come i più corrotti. E quei “paesi che hanno visto l’ascesa di leader autocratici”, come l’Ungheria e la Turchia, sono scivolati nella classifica corruzione.
A preoccupare anche la situazione degli Stati Uniti, scesi al 18esimo posto, due posti in meno rispetto all’anno precedente. Tuttavia secondo Alejandro Salas, direttore regionale di Transparency International per le Americhe, l’impatto della gestione del neo presidente Donald Trump potrà riflettersi solo nelle classifiche future. “Trump ha un duplice rapporto con la questione della corruzione”, ha detto Salas alla Dpa.
“Da un lato, ha fatto una campagna contro la corruzione, dicendo che voleva scuotere l’istituzione e per dare il potere al popolo, ma, d’altra parte, con la sua mancanza di trasparenza, manda segnali allarmanti che la corruzione potrebbe essere alimentata”, ha aggiunto.
(Ses/AdnKronos)