Si è tenuta oggi la prima riunione dell’Organismo congressuale forense, il nuovo organismo figlio del XXXIII Congresso Nazionale Forense di Rimini deputato a dare attuazione alla volontà dell’Avvocatura e ai deliberati congressuali. Una seduta prettamente operativa, quella di stamattina, in cui si è votato per la elezione del nuovo esecutivo.
La competizione per il coordinamento è stata vinta dal presidente dell’Unione dei consigli dell’ordine degli avvocati del Triveneto, Antonio Rosa – oggi assente per ragioni di salute – che era stato indicato dal coordinamento degli ordini e ha totalizzato 26 voti, a fronte dei 24 ottenuti dallo sfidante Sergio Paparo dell’ordine di Firenze.
Per la segreteria, invece, il nuovo Organismo congressuale non ha avuto dubbi, eleggendo per acclamazione l’avvocato Giovanni Malinconico. All’unanimità è stato indicato anche l’avvocato Alessandro Vaccaro dell’ordine di Genova, a cui è stata affidato il ruolo di tesoriere.
Per gli altri due posti nel coordinamento l’assemblea ha seguito un criterio “geografico”, al fine di garantire una rappresentanza agli esponenti dell’avvocatura che opera su tutto il territorio nazionale. Così, nel coordinamento è stato eletto anche Armando Rossi dell’ordine di Napoli, che con 27 voti ha prevalso sul trentino Andrea de Bertolini. Le isole sono infine rappresentate da Vincenzo Ciraulo, dell’Ordine di Catania, che con 21 voti ha avuto la meglio su Melania Delogu, dell’Ordine di Sassari (18 voti) e Maurizio Magnano di San Lio, dell’ordine di Catania (8 voti).
«Ora viene il bello», commenta a margine della seduta Francesco Greco, presidente dell’Ordine palermitano. «Il documento -spiega – di Antonio Rosa era denso di contenuti. Tre i punti fondamentali. Primo: la tutela della libertà e dell’indipendenza dell’avvocatura, un principio che non può essere messo in discussione. Secondo la prevalenza dei diritti sulle regole dell’efficienza economica: bisogna trovare un punto d’equilibrio che non sacrifichi i diritti e non svilisca la professione. Terzo: la tutela dei diritti dei cittadini, che dev’essere sempre il faro per l’avvocatura. Al nuovo esecutivo la sfida di tenere insieme questi tre punti. Ovviamente il coordinamento deve mantenere un ruolo meramente esecutivo delle scelte assunte, mentre è l’organismo nel suo insieme che deve mantenere centralità».
Si congratula del risultato anche Luigi Pansini, segretario dell’Associazione nazionale forense, il quale si dice certo che il nuovo Coordinatore dell’organismo congressuale «saprà portare l’attenzione del governo sui temi al centro del dibattito forense, e che nel fare ciò vorrà avere un confronto continuo e proficuo con le principali associazioni forensi, che hanno al centro della loro azione i temi che investono la realtà dell’avvocatura italiana, ovvero la previdenza, la rappresentanza, il praticantato e la giovane avvocatura, nonché la giurisdizione e il sistema giustizia nei nostri paese, e vorrà prendere le distanze da chi oggi ritiene di essersi definitivamente “liberato” delle associazioni forensi».
(Amer)