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FP CGIL: sì a sciopero tirocinanti per risolvere il tema dei “precari giustizia”

 

Roma, 20 feb. – “L’abuso dei tirocini, nati come strumento formativo e di inserimento e diventati poi progressivamente una modalità di vero e proprio sfruttamento, attraversa anche il mondo delle pubbliche amministrazioni, come con i cosiddetti precari della giustizia”. Per questa ragione la Fp Cgil, in occasione Giornata mondiale dello sciopero dei tirocinanti, aderisce all’iniziativa rivendicando un tavolo di confronto che metta insieme sindacati e istituzioni su una vertenza pluriennale che si trascina dal 2010.

La vertenza che vede coinvolta la Fp Cgil, spiega una nota, riguarda lavoratrici e lavoratori che operano negli uffici giudiziari dal 2010.

Una storia che nasce con convenzioni regionali e provinciali per poi passare a progetti “formativi” direttamente con il Ministero della Giustizia. Si tratta, ricorda la categoria dei servizi pubblici della Cgil, “di un bacino di 2.500 persone ‘spaccato’ dall’introduzione di una selezione prevista da una norma che ha creato da un lato i tirocinanti dell’Ufficio per il processo e dall’altro il restante bacino tornato a progetti regionali, con qualcuno ancora in attesa senza alcun reddito, sempre negli uffici giudiziari”.

Per la Fp Cgil si tratta di “una sorta di lavoro nero mascherato da tirocinio con una platea di lavoratrici e lavoratori diversa da tutte le altre perché riguarda lavoratori svantaggiati, alcuni avanti con l’età, espulsi dal mondo del lavoro per la crisi e a oggi senza una vera prospettiva”. Il riconoscimento di un punteggio nell’ambito di concorsi per la Pubblica amministrazione e nella Giustizia non dà per la Funzione Pubblica Cgil alcuna garanzia a questi lavoratori. “Il blocco del turn over e le gravi carenze del Ministero della Giustizia hanno creato questa situazione paradossale che però adesso deve essere affrontata e risolta una volta per tutte”. Per farlo la Fp Cgil chiede l’istituzione di un tavolo che veda riuniti il dicastero della Giustizia, insieme alle regioni, “per affrontare la questione e offrire una concreta prospettiva a questi lavoratori”.

(Tes/AdnKronos)

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