Se un veicolo si ferma a cavallo della linea di arresto con semaforo rosso, la multa è legittima. Questo è quanto stabilito dalla seconda sezione civile della Cassazione, con la sentenza numero 460 dell’11 gennaio 2017.
Semaforo rosso e arresto del veicolo sulla linea di stop: il caso
Un’automobilista toscana proponeva opposizione, dinanzi al competente Giudice di Pace, al verbale con cui le veniva contestata la violazione dell’articolo 146 C.d.S., per non aver ottemperato all’obbligo di fermarsi al semaforo rosso, eccependo l’irregolarità ed il malfunzionamento dell’impianto semaforico, l’irregolarità del metodo di accertamento dell’infrazione e la mancata immediata contestazione della violazione.
Il Giudice di pace accoglieva l’opposizione. Il Comune di Montignoso, pertanto proponeva appello ma il Tribunale di Massa lo respingeva.
Soccombente nei primi due gradi di giudizio, il Comune ricorreva per Cassazione sostenendo, vizio di motivazione in ordine in particolare con il quarto motivo, la circostanza per cui la necessità di omologazione delle apparecchiature di accertamento automatico delle infrazioni sia da riferire al singolo modello e non al singolo esemplare. Pertanto, una volta dimostrato che il dispositivo utilizzato appartiene al modello omologato, sarà l’opponente a dover dimostrare, nel caso concreto, il malfunzionamento del dispositivo utilizzato per inconveniente tecnico o altra causa. Prova non fornita nei primi due gradi di giudizio. Inoltre, secondo il ricorrente la decisione del Tribunale, in funzione del Giudice dell’Appello, avrebbe errato nel ritenere non conforme alle condizioni richieste dal decreto la circostanza che il primo scatto fotografico abbia ritratto il veicolo con le ruote anteriori oltre la linea di arresto adducendo che l’autovettura dovesse essere ripresa nella prima foto con le ruote anteriori prima della linea longitudinale. Eppure l’articolo 41 C.d.S., comma 11, relativamente ai segnali luminosi quali le lanterne semaforiche veicolari, chiaramente dispone: “Durante il periodo di accensione della luce rossa, i veicoli non devono superare la striscia di arresto considerando in infrazione il veicolo che oltrepassa tale limite”, mentre l’articolo 146 C.d.S., comma 3, sanziona chi viola il predetto precetto disponendo che Il conducente del veicolo che prosegue la marcia, nonostante che le segnalazioni del semaforo o dell’agente del traffico vietino la marcia stessa, è soggetto alla sanzione amministrativa del pagamento di una somma da Euro 130 a Euro 559 per cui l’infrazione si realizza al momento del superamento della predetta linea.
Semaforo rosso e arresto sulla linea di stop: la parola alla Cassazione.
La Suprema Corte di Cassazione con la lapidaria pronuncia in commento ha ritenuto, nel caso di specie, sussistente il dedotto vizio di motivazione, avendo il giudice dell’appello non valutato adeguatamente (e di conseguenza motivato) la circostanza (risultante dalla foto prodotta) della posizione del veicolo a cavallo della linea di arresto con semaforo a luce rossa, congiuntamente all’altra foto, che mostra il veicolo nella posizione oltre la linea di arresto sempre con luce semaforica rossa. Cassando con rinvio l’impugnata sentenza.
Semaforo rosso e arresto del veicolo sulla linea di stop: tolleranza zero!
Chiarito il principio per cui sussiste la violazione di cui al combinato disposto artt. 41 e 146 del Codice della Strada fate attenzione automobilisti! Nelle intersezioni regolate da lanterne semaforiche veicolari, occorre arrestare il veicolo PRIMA della linea di STOP. Come chiaramente esposto dalla Cassazione anche con la sentenza in commento, anche un veicolo arrestatosi a cavallo della segnaletica orizzontale è parimenti responsabile della violazione di cui all’art. 41 del Codice della Strada.
Si può ritenere che solo la totale cancellazione, dovuta all’usura e all’omessa manutenzione, della segnaletica orizzontale, laddove dimostrabile e dimostrata, potrebbe sottrarre il conducente dall’obbligo della sanzione amministrativa e costituire un valido motivo di impugnazione del verbale.
Alessandra Iacono