Non si risparmia una battaglia, Marco Cappato. Mentre ancora pende sulla sua testa la spada di Damocle del rinvio a giudizio per la morte di Dj Fabo, il leader radicale ha lanciato ieri una nuova sfida alla giustizia italiana, cominciando a distribuire semi di cannabis a chiunque ne faccia richiesta.
A pochi giorni dall’anniversario della scomparsa di Marco Pannella che ha visto l’intera classe politica impegnata in commosse commemorazioni, Cappato, che coi metodi radicali ha una consuetudine antica, punta su un atto dimostrativo in pieno stile pannelliano per protestare contro lo stallo in Parlamento della legge per legalizzare la marijuana.
«A chi li richiede – scrive Cappato sul sito – invierò una lettera nominativa con invito (istigazione) a coltivare e consumare la propria invece di rivolgersi al mercato nero. Al contrario del consumo, la coltivazione di cannabis in Italia resta severamente punita, con la conseguenza di lasciare un mercato di (almeno) 4 milioni di consumatori arricchire la criminalità per un giro d’affari (tutto illegale) stimato in miliardi di euro. Allo stesso tempo, con l’Associazione Luca Coscioni e altri giuristi, esperti e militanti antiproibizionisti denunceremo il governo nelle sedi competenti per gravi inadempienze: da otto non convoca la conferenza nazionale sulle droghe e da sette non elabora una strategia nazionale sulle droghe».
+++#DisobbedienzaCivile: da oggi distribuisco semi di #cannabis su https://t.co/naPNDWJ6Vv in attesa di #cannabislegale+++ #Legalizziamo pic.twitter.com/G272kFJ1iR
— Marco Cappato (@marcocappato) 23 maggio 2017
(Amer)