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Sì ai matrimoni gay: l’Australia li legalizza con un referendum postale

Sì ai matrimoni gay: l’Australia li legalizza con un referendum postale

È festa arcobaleno per le strade di Sidney, Brisbane e Melbourne: entro Natale in Australia i matrimoni tra persone dello stesso sesso saranno legalizzati. A riferirlo il Primo Ministro Malcolm Turnbull a seguito della lettura dei risultati del referendum non vincolante con cui i cittadini hanno espresso parere positivo alle unioni omosessuali.

In particolare, la consultazione è stata indetta via posta e ha visto vincere il sì con il 61.6% delle preferenze, vale a dire oltre 7 milioni di voti favorevoli. Un esito non vincolante che ha registrato un’adesione del 79.5% (12.7 milioni di persone) e che adesso deve essere convertito in legge.

Sì ai matrimoni gay: la parola al Parlamento

Il Premier australiano Turnbull
Il Premier australiano Turnbull

Il Parlamento di Canberra dovrà quanto prima recepire il risultato e proporre un disegno di legge – da far passare prima al Senato e poi alla Camera – che renderà pratica la volontà degli australiani.

La partecipazione dei favorevoli è stata elevata: l’annuncio del risultato è arrivato in mattinata, intorno alle ore 10.  Molti gli attivisti favorevoli radunatisi in varie località che, quando il direttore dell’istituto di statistica ha comunicato i dati finali, si sono lasciati andare a un’esplosione di gioia.

Il risultato del referendum costituisce un’importante svolta a favore dei diritti dei gay australiani e va letto in un contesto mutato. Fino al 1997, alcune regioni infatti consideravano l’omosessualità un reato.

Impaurita dall’avvio di una campagna accesa e divisiva da parte degli oppositori, all’inizio la stessa comunità LGBT australiana si era detta contraria al voto per corrispondenza, tanto da spingere un gruppo di avvocati per i diritti dei gay a sollevare la questione alla High Court australiana.

Sì ai matrimoni gay: ecco cosa accadrà

L’Australia ha legalizzato i rapporti sessuali omosessuali dal 1994, mentre vieta il matrimonio tra persone dello stesso sesso dal 2004.

Proprio in quell’anno, il Primo Ministro in carica, il conservatore John Howard, fece modificare l’Australian Marriage Act del 1961 correggendone la definizione superficiale del concetto di matrimonio e specificando come il matrimonio fosse l’unione di un uomo e una donna con l’esclusione di tutti gli altri.matrimonio gay

Già nel 2015, una volta diventato Premier Turnbull aveva promesso il referendum sui matrimoni gay e si era posto in contrasto al suo predecessore, anche lui conservatore, Tony Abbott.

Come sottolineato dalla Bbc, il governo australiano è diviso su ciò che il disegno di legge dovrebbe esattamente contenere: oltre all’oppressione dei liberali, Turnbull deve fare i conti con buona parte del suo stesso partito che si è detta contraria.

Per tutta risposta al referendum volontario hanno partecipato ben 8 cittadini su 10, rendendolo quasi un plebiscito postale. Appianare i dettagli del provvedimento adesso è solo una questione di tempo.

Eloisa Zerilli

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