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Sospensione del contributo minimo integrativo: possibili risparmi per i giovani avvocati

Con la delibera del 29 settembre 2017, il Comitato dei Delegati della Cassa Forense ha previsto la sospensione del pagamento del contributo minimo integrativo relativamente agli anni 2018-2022. Per divenire effettiva e operante la delibera dovrà essere ancora approvata dai ministeri vigilanti e si auspica che tale approvazione possa arrivare a parziale soddisfazione delle numerose richieste degli avvocati italiani. 

Sospensione del contributo minimo integrativo: i vantaggi per la classe forense

L’attuale sistema contributivo previsto per gli avvocati, in virtù dell’iscrizione obbligatoria ala Cassa Forense, prevede il pagamento di un contributo soggettivo minimo pari ad euro 2.815,00, rispetto al quale, nonostante le richieste della classe forense, continuerà a rimanere obbligatorio, fatte salve le agevolazioni sul reddito e quelle per i primi sei anni di iscrizione.

Inoltre, è previsto che gli avvocati, in sede di fatturazione, devono applicare la maggiorazione del 4% a titolo di CPA, che rappresenta  il “contributo integrativo” dovuto alla Cassa Forense in proporzione dunque al fatturato. Tuttavia, in deroga al principio di proporzionalità al reddito, la Cassa esige dagli avvocati un contributo minimo integrativo pari ad € 710 a prescindere dal reddito, e quindi anche in assenza di fatturato.
A seguito della presentazione del modello 5 di dichiarazione dei redditi, la Cassa chiederà il pagamento della differenza tra il contributo integrativo sul fatturato effettivo e il contributo integrativo minimo, con la conseguenza che tal contribuzione minima non inciderà agli avvocati con un discreto livello di fatturato che pagheranno i contributi integrativi i misura proporzionale ma graverà sui giovani avvocati o quelli con bassi livelli di fatturato che dovranno comunque sostenere una spesa contributiva integrativa di 710,00 euro.

 

In concreto, dunque, la sospensione del contributo minimo integrativo, che potrebbe essere approvata in via definitiva a breve, gioverà in misura notevole agli avvocati che abbiano un fatturato inferiore a 17.750 euro che potranno risparmiare la spesa contributiva di 710 euro.

Martina Scarabotta

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