Da anni, docenti e genitori, in tanti modi, cercano di fare capire che troppi alunni non possono stare all’interno di una classe, ma il MIUR ci ricasca periodicamente e fa “finta di nulla” inserendo una quantità eccessiva di alunni in una classe o in una sezione che ha al suo interno bambini disabili.
L’aula è uno spazio invivibile con troppi alunni
La vita quotidiana si profila difficile in presenza di troppi alunni, già in un’aula dove non ci sono bambini con disabilità che hanno necessità di maggiori spazi e migliori condizioni di apprendimento, figuriamoci quando ci sono bambini che per le loro condizioni psicofisiche hanno tali esigenze. Le difficoltà diventano tante: rischi relativi alla sicurezza, mancanza di spazi necessari al movimento ancora di più in presenza di sedie a rotelle, la qualità della didattica diventa scarsa per la troppa confusione e le interferenze nella comunicazione. Tutto ciò non consente la piena integrazione dei disabili e pregiudica la formazione degli alunni.
No alla “classe pollaio”
Noi di Masterlex ci siamo già interessati, più volte, alla questione delle “classi pollaio”, ma torniamo ad occuparcene in riferimento ad una recente ordinanza (n. 1338/2016) con la quale il TAR Sicilia, ha imposto al MIUR, attraverso l’U.S.R. Sicilia – Ambito Territoriale della provincia di Trapani, di sdoppiare una “classe pollaio” di un Istituto comprensivo di Castelvetrano in provincia di Trapani.
Quando si affronta tale argomento, e se ne parla in Sicilia, non possiamo fare a meno di pensare a colei che come professionista e come mamma si batte da anni per offrire migliori condizioni di vivibilità scolastica ai bambini disabili e, in genere, a tutti gli alunni. Stiamo parlando di Chiara Garacci, avvocato e legale dei Cobas Scuola della Sicilia, che per Masterlex abbiamo contattato e a cui i genitori della sezione di scuola dell’infanzia II A si sono rivolti per ristabilire l’equilibrio numerico di alunni presenti per l’anno scolastico in corso, in base alla legge per cui non devono esserci più di 20 alunni nella classe in cui è inserito un alunno disabile.
Secondo questa legge, se l’amministrazione scolastica supera tale numero di alunni è obbligata a giustificare le ragioni della deroga, altrimenti incorre in una condotta illegittima.
I genitori, dunque, hanno impugnato il provvedimento riferito alla formazione della classe, in quanto ritenuto illegittimo, ed è arrivata una nuova vittoria per Chiara Garacci, già la terza in materia dopo le sentenze del TAR Palermo n. 2250/2014 e n. 1831/2015. Il TAR Sicilia ha riconosciuto, infatti, che in tema di composizione delle classi della scuola dell’infanzia, per di più in presenza di alunni disabili esiste il “periculum in mora” (pericolo nel ritardo) e quindi l’istanza cautelare proposta è stata accolta, condannando anche il MIUR al pagamento delle spese di giudizio.
La questione, però, non è conclusa e bisogna sempre tenere sotto controllo le condizioni in cui alunni e insegnanti svolgono la loro attività scolastica, perché anche gli spazi, il numero di alunni inseriti nella classe, la disposizione degli arredi, la possibilità di lavorare serenamente per i docenti e di apprendere senza interferenze per gli alunni, influiscono palesemente sul “clima” della classe che se è positivo, offre al discente, la possibilità di uno sviluppo sereno e al docente evita il rischio di finire sotto accusa per gli incidenti che possono verificarsi, suo malgrado, e senza “culpa in vigilando”.
Selene Grimaudo