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Trento: gemellini con due papà, la battaglia si sposta in Cassazione

Roma, 2 mar. – Si preannuncia una battaglia in Cassazione sulla questione dei gemellini con due papà di Trento. La sentenza della Corte di Cassazione citata nell’ordinanza firmata dalla Corte d’Appello di Trento con cui veniva riconosciuta la doppia paternità, anche del genitore non biologico a una coppia gay trentina, padri di due gemellini nati in Ontario da una madre surrogata, è stata impugnata dalla Procura Generale. Lo scrive il quotidiano ‘Il Corriere del Trentino’, evidenziando come il procuratore generale Giuseppe Ilarda riferisce di non voler dare giudizi di valore ma “la doppia genitorialità dello stesso sesso per noi non è un mezzo di protezione dei minori. – e ancora – La società è in continua evoluzione ne siamo consapevoli, sta cambiando. Non è però compito della magistratura entrare nel merito di questi mutamenti, il compito della magistratura è quella di applicare le regole e interpretarle”.

Il 23 febbraio scorso la Corte d’appello di Trento ha riconosciuto l’efficacia giuridica del provvedimento del Superior Cort of Justice canadese che stabiliva “la sussistenza di un legame genitoriale tra due minori grazie alla gestazione per altri e il padre non genetico”.

In questo modo è stato ritenuto illegittimo il rifiuto dell’ufficio di stato civile del Comune di Trento di aggiungere sull’atto di nascita dei bambini anche il nome del papà non biologico. Una decisione che la Procura non ha condiviso e così il sostituto procuratore Giuseppe Maria Fontana ha deciso di presentare ricorso per Cassazione.

“Sono caduti i muri tra gli Stati, non solo fisici, ma anche quelli del diritto – ha detto Ilarda – questo provvedimento va oltre al tema della maternità surrogata, ma arriva a sostenere che si possa giuridicamente avere due papà e che la genitorialità possa essere rappresentata da due uomini. In futuro significa svincolare il rapporto di genitorialità da un punto di vista giuridico da quello naturalista”. Il procuratore generale precisa che “secondo la nostra cultura la norma che ha riconosciuto la famiglia viene dopo l’esistenza della famiglia in natura e a prescindere dalla regolamentazione giuridica. Qui costruiamo un concetto di genitorialità e di essere figlio attraverso le regole. È un’interpretazione che supera il concetto del rapporto con il biologico. Tutto questo cozza con i principi fondanti e generali dell’ordinamento italiano”.

Ilarda pone l’accento anche su un profilo squisitamente tecnico: “Questo provvedimento straniero non è motivato e per la nostra Costituzione tutti i provvedimenti devono essere motivati”. La Procura va avanti e ora deciderà la Cassazione e in caso di sconfitta la coppia è pronta a lasciare l’Italia e trasferirsi all’estero.

(Giz-Rre/AdnKronos)

 

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