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Uber: il Tribunale di Roma accoglie il ricorso e revoca l’interruzione del servizio

Uber: il Tribunale di Roma accoglie il ricorso e revoca l’interruzione del servizio

Chi la dura la vince. Il servizio UberBlack è nuovamente attivo in Italia: a stabilirlo, il Tribunale di Roma che ha accolto il ricorso dell’azienda di Travis Kalanick e ha revocato l’interruzione del servizio dello scorso 7 aprile.

Uber potrà riprendere a operare in Italia, ma soltanto con uno dei suoi servizi che difficilmente però riesce a fare concorrenza a quello dei tassisti. Altri servizi come Uber Pop, Uber X e Uber Pool continuano ad essere vietati, nel rispetto della sentenza del 22 marzo 2017 del Tribunale di Torino.

«Siamo davvero felici di poter annunciare a tutte le persone e agli oltre mille autisti partner di Uber che potranno continuare ad utilizzare la nostra applicazione – dichiara la filiale italiana. Ora più che mai è forte l’esigenza di aggiornare la normativa datata ancora in vigore, così da consentire alle nuove tecnologie di migliorare la vita dei cittadini e la mobilità delle città».

Uber: il quadro è incerto, aumenta la possibilità di contenziosi

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Quanto stabilito dal Tribunale di Roma non pone il sigillo a una vicenda che contrappone due fronti opposti e ha un impatto sulla mobilità delle città. La compagnia di Travis Kalanick si era mostrata disponibile a sedersi a un tavolo insieme ai tassisti per cercare una soluzione definitiva.

L’ultima ordinanza, tra l’altro, sembra aprire all’attività dei Noleggi con conducente (Ncc) tradizionali, vale a dire quelli che non prevedono l’utilizzo di app. Si legge tra le righe della sentenza che oggi non devono essere ritenuti operanti i vincoli anti-abusivismo posti nove anni fa a protezione dei taxi con il decreto legge n. 207 del 2008: obbligo di rientro in rimessa tra una corsa e l’altra e divieto di stazionamento su strada in attesa di altri clienti.

Il quadro è poco chiaro e genera incertezze, facendo incrementare le possibilità di contenziosi. La strada è tuttora aperta e non si esclude che in futuro possano arrivare sentenze che affermano princìpi ancora diversi da quella del Tribunale di Roma. La possibilità di una riforma è ancora in sospeso ma sembra essere l’unica soluzione: era prevista nel ddl concorrenza sotto forma di delega al Governo, ma questo è rimasto spesso bloccato in Parlamento.

Lo scorso febbraio, dopo le proteste dei tassisti contro l’emendamento Lanzillotta (Pd), era stata annunciata un’accelerazione. Intanto, il ministero dei Trasporti ha lavorato a una bozza di decreto interministeriale anti-abusivismo che anticipava i contenuti della riforma. Questa è stata sottoposta alle due categorie alla fine di marzo.

Eloisa Zerilli

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