«Avvocato, lei taccia, perché qua siamo in un posto civile, non siamo a Palermo». Così il Presidente del Tribunale del Riesame di Trento, Carlo Ancona, avrebbe rintuzzato l’avvocato palermitano Stefano Giordano, infastidito per la verve profusa nell’arringa.
«È un fatto gravissimo oltre che una frase razzista», tuona il legale, che ha insistito per ottenere la verbalizzazione di quanto accaduto. «Purtroppo – aggiunge Giordano – nonostante numerose richieste, non sono riuscito a ottenere dalla cancelleria del Tribunale del Riesame di Trento copia del verbale». Ma per il noto avvocato palermitano la vicenda non finisce qui: «Ho già concordato con il presidente dell’Ordine di Palermo, l’avvocato Francesco Greco, di redigere insieme un esposto che sarà prontamente comunicato al Csm e alle altre autorità istituzionali competenti».
La frase choc è stata immediatamente stigmatizzata anche da parte di alcuni magistrati. Il componente togato del Csm Piergiorio Morosini ha chiesto l’apertura di una pratica. La richiesta è stata sottoscritta anche da altri componenti, tra cui Antonello Ardituro, da Ercole Aprile, da Luca Forteleoni e da Saro Spina. Nella richiesta i componenti del Csm parlano di una frase “dai toni inaccettabili, di matrice razzista”.