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“Un volo di farfalle”, quando gli eventi ti portano ad uscire dalla tua Comfort Zone

Ci troviamo a Damasco, capitale della Siria, dove Omar e Raja, coppia affiatatissima ed invidiabile, in quella metà di settembre avrebbe festeggiato il  decimo anniversario assieme ai loro figli Nadir ed Aisha ma questo sarebbe stato possibile solo in una situazione di normalità in assenza di azioni turpi ed intollerabili di un gruppo di estremisti.
In questo contesto l’unitissima coppia si appresterà a decidere se incorrere incontro al rischio di essere trucidati come bestie o regalarsi la possibilità di un futuro migliore sfuggendo ad un presente cruento e luttuoso.
L’unità del nucleo familiare darà subito una prospettiva più completa al progetto, la “saggezza del gruppo” farà vedere ad Omar una diversa via d’uscita, così con l’aiuto dello zio avrebbero cercato di costruire un futuro migliore in Germania, ma mentre possiamo lavorare su noi stessi, ci sono cose che possiamo controllare e altre no come venti, maree, correnti…
Ed anche se la famiglia non aveva ambiziosi pretese, un infinito mare li dividerà da ciò che avrebbero voluto essere…e qui la scena si ferma a Lampedusa, momento emblematico e cruciale che rovinerà la formazione iniziale.

Ma se uno dei miti della nostra società è che si possa intervenire per “aggiustare” tutto, a volte invece bisogna saper vivere anche con qualcosa di “rotto”, e così Raja catapultata in un nuovo contesto troverà ad Agrigento, ridente
cittadina in cui approderà, una casa, degli amici nonché famiglia di riferimento e tutto il calore che le serve.
Gli intrecci saranno molteplici e le circostanze curiose che accomuneranno la famiglia della donna siriana con la famiglia agrigentina. E se da un lato la sofferenza ed il bisogno possono apparire insostenibili, dall’altro offrono l’opportunità di esprimere in modo più vero e profondo il nostro mondo, motivo per il quale Raja si orienterà
fin da subito tra le sinapsi dei nuovi amici scendendo in un’intima profondità.
Un romanzo che ti arriva dritto al cuore, grazie all’abilità di Brunella Giovannini di togliere peso ad una storia umanissima in realtà molto pesante, su cui la narratrice non indugia.
“Un volo di farfalle” è un alto stendardo. Non c’è scritto nulla là sopra, nessuno slogan, nessun convincimento.
Ma è il pretesto per il visibile guizzo del Vento del Nord, che si manifesta terso
e imponente ai tuoi occhi. Nobile. Stordente.
Eppure avvolgente.

Raffaella Lauricella

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