Si è svolto oggi il Consiglio dei Ministri che ha approvato i decreti attuativi sulle unioni civili, oggetto della legge n. 76 del 2016 che ora avrà piena efficacia.
Unioni civili, i tre decreti attuativi
I tre decreti attuativi riguardano:
- l’adeguamento delle norme dell’ordinamento dello stato civile in materia di iscrizioni, trascrizioni e annotazioni alle previsioni della legge sulla regolamentazione delle unioni civili tra persone dello stesso sesso, nonché disposizioni recanti modifiche ed integrazioni normative per il necessario coordinamento sulla regolamentazione delle unioni civili delle disposizioni contenute nelle leggi, negli atti aventi forza di legge, nei regolamenti e nei decreti.
- disposizioni di modifica e riordino delle norme di diritto internazionale privato in materia di unioni civili tra persone dello stesso sesso e adozione di disposizioni di necessario coordinamento;
- disposizioni di coordinamento in materia penale.
Con l’approvazione dei decreti attuativi, la legge che disciplina le unioni civili e convivenze di fatto diventa pienamente efficace. I tre decreti attuativi hanno ricevuto il parere favorevole delle commissioni parlamentari lo scorso dicembre e hanno tenuto conto delle osservazioni di Camera e Senato.
Unioni civili, le reazioni della politica
“Oggi il Consiglio dei ministri ha approvato gli ultimi decreti legislativi sulle unioni civili. Sembrava un traguardo irraggiungibile. Invece passo dopo passo l’Italia ce l’ha fatta. Quello che era un sogno adesso è realtà”, lo ha scritto la sottosegretaria alla presidenza del consiglio Maria Elena Boschi.
Dopo il CdM ha espresso la sua soddisfazione su Facebook anche il Ministro della Giustizia Andrea Orlando: “Oggi si è concluso definitivamente il percorso di attuazione della legge sulle Unioni civili. Il Consiglio dei ministri ha infatti approvato, in esame definitivo, i tre decreti legislativi che adeguano le norme dell’ordinamento dello stato civile in materia di iscrizioni, trascrizioni e annotazioni; le disposizioni di modifica e riordino delle norme di diritto internazionale privato in materia di unioni civili tra persone dello stesso sesso e quelle di coordinamento in materia penale. Ciò anche a tutela dei cittadini dei Paesi che non riconoscono e talvolta osteggiano questo diritto. Era un impegno che avevo assunto e che abbiamo portato a termine, dando così piena attuazione ad una legge che rappresenta una svolta di civiltà per l’Italia”.
Soddisfatta anche la madrina della legge, la senatrice del PD Monica Cirinnà, che dichiara: “Finalmente sono stati chiariti tutti i punti critici e completato iter attuazione legge. Con l’approvazione dei decreti attuativi sulle unioni civili si completa il percorso normativo e ordinamentale della legge. Vengono così chiariti tutti i punti critici che sono emersi in fase di attuazione fissando principi e pratiche inderogabili, rispondendo, tra l’altro, pienamente alla disciplina prevista dalla legge Ue in base alla sentenza della Corte dei diritti dell’uomo del 21 luglio 2015. I decreti chiariscono infatti – spiega – che, come per il matrimonio anche l’unione civile può essere celebrata in pericolo di vita in nave o in aereo. Si afferma poi che il matrimonio contratto all’estero da persone dello stesso sesso produce in Italia gli effetti dell’unione civile. E che questo questo vale solo per i cittadini italiani mentre per lo straniero continua a valere la legge del suo Stato, in ossequio ai principi del diritto internazionale privato. Inoltre – aggiunge – viene chiarito un punto sul quale si sono verificate criticità con comportamenti difformi da parte dei sindaci e cioè che sarà sufficiente il certificato di stato libero, al posto del nulla osta del Paese di origine, per quegli stranieri provenienti da Stati nei quali l’orientamento sessuale sia causa di discriminazione e nei quali l’omosessualità sia penalmente sanzionata. Viene inoltre fissata – sottolinea – la possibilità di delega delle funzioni di ufficiale di stato civile per celebrare l’unione civile, così come avviene per il matrimonio, a consiglieri, assessori o privati cittadini che abbiano i requisiti per essere eletti consiglieri comunali. Ed infine viene ben specificato che l’opzione facoltativa dell’adozione del cognome del partner non da seguito ad alcuna modifica dei dati anagrafici, quindi non vi è alcuna modifica del codice fiscale o di altri documenti. Bene ha fatto il ministro Orlando – conclude Cirinnà – a seguire con attenzione l’attuazione di una legge storica per i diritti nel nostro Paese, intervenendo con prontezza e puntualità affinché i diritti di cittadinanza di tutti fossero pienamente attuati”.
Livia Carnevale