La professione legale è caratterizzata da importanti responsabilità che, spesso, possono essere per un avvocato fonte di stress e ansia. Le udienze in tribunale, i clienti esigenti, il continuo aggiornamento sulle novità legislative, la competitività e le numerose pratiche burocratiche da gestire sono spesso causa di tensioni che inevitabilmente si ripercuotono nella sua vita privata.
Attualmente, ci sono molti metodi per ridurre lo stress e imparare a gestirlo, tra i quali anche praticare lo yoga.
È una disciplina orientale molto conosciuta anche nel mondo occidentale che dona benessere psicologico e fisico a coloro che la praticano.
Può essere un valido aiuto per imparare a gestire lo stress che la vita da avvocato provoca?
Abbiamo fatto qualche domanda all’insegnante di yoga Sara Bigatti. Attraverso il suo progetto La Scimmia Yoga, seguitissimo sul web, Sara spiega i benefici che questa pratica può donare ad ognuno di noi e propone ai suoi numerosi follower dei mini video corsi in lingua italiana.
In questo momento Sara si trova in India dove continua a perfezionarsi e impartisce corsi di yoga.
Sara, lo yoga può essere un valido aiuto per coloro che svolgono la professione dell’avvocato?
“Sì, certamente. Siamo passati da considerare lo Yoga come una pratica unicamente spirituale, magari influenzati dall’immaginario hippy, ad una pratica totalmente fisica, come ci è stata trasmessa negli ultimi anni dagli Stati Uniti. In verità lo Yoga è entrambe le cose e anche molto di più. Lo Yoga è una scienza dedicata all’ottenimento del benessere fisico, mentale e spirituale. Il suo scopo è quello di portarci ad essere equilibrati, imparando a gestire le incessanti fluttuazioni della mente. Questo nella vita moderna ed in modo particolare per chi svolge una professione tanto stressante, si traduce nel gestire i livelli di stress, non accumulare la tensione nel corpo ed essere più focalizzati e produttivi.”
Quali benefici può apportare concretamente?
“Lo stress è la malattia del nostro secolo ed il grande beneficio dello Yoga è proprio quello di renderci consapevoli dei suoi effetti sul nostro corpo, per poter lavorare su di essi. Abbassare i livelli di stress ed imparare a gestirlo, avere una mente più calma, pensieri più chiari ed essere più creativi sono tutti benefici della pratica dello Yoga. Soprattutto con l’aiuto della meditazione, possiamo comprendere come gestire le nostre reazioni ai momenti di stress. Ciò vuol dire pensare più chiaramente ed essere maggiormente focalizzati. Lo Yoga ci insegna anche ad essere meno attaccati ai risultati. Questo ci aiuta a focalizzarci sul lavoro, senza creare aspettative.”
Ci sono vari stili che permettono di approcciarsi in modo diverso alla pratica, per esempio per citarne alcuni, Hatha Yoga, Ashtanga Yoga e Power Yoga. Quale consiglieresti a chi svolge la professione dell’avvocato?
“La cosa interessante dello Yoga è che ci sono mille modi per approcciarsi alla pratica. Direi che non c’è uno stile adatto a tutti coloro che svolgono la professione dell’avvocato, ma che ognuno dovrebbe scegliere a seconda della sua personalità e delle specifiche necessità.
L’Hatha Yoga, come anche lo Yin Yoga, sono pratiche più calme e rilassanti, adatte a chi sente il bisogno di rallentare i propri ritmi e avere un momento di introversione. Stili come l’Ashtanga o il Vinyasa Yoga sono molto fisici e adatti a praticanti che desiderano arrivare al rilassamento tramite una pratica molto fisica e molto intensa.”
La professione dell’avvocato è spesso indicata tra le più stressanti. Quali asana (posizioni) suggeriresti per ridurre le tensioni?
“Ci sono molte posizioni pensate per distendere le fasce muscolari che rimangono costantemente in tensione a causa dello stress. Quindi tutte le posizioni che estendono i muscoli di spalle, collo e petto, ma anche i flessori delle anche ed i glutei. Va detto però che per avere i benefici dalla pratica, è necessario creare delle sequenze di posizioni. Questo perché è necessario sia preparare il corpo ad eseguire le posizioni, ma anche andare a controbilanciarle con posizioni opposte.
Ad esempio se per togliere lo stress dalla parte superiore del corpo faccio dei piegamenti indietro, come Salabhasana (locusta) o Ustrasana (cammello), poi dovrò controbilanciare con dei piegamenti in avanti come Janu Sirsasana (posizione della testa al ginocchio) o Baddha Konasana (ciabattino).
E per migliorare la concentrazione?
“Per la concentrazione sono molto utili sia le posizioni di equilibrio, come Vrksasana (Albero) o Natarajasana (Signore della Danza). L’ideale è avvicinare alla pratica degli asana anche quella del Pranayama, tecniche di respirazione, e soprattutto della meditazione. Anche solo 10 minuti al giorno da dedicare a queste tecniche sono sufficienti per ‘allenarci’ a gestire la nostra mente, fermando e controllando il flusso ininterrotto di pensieri.”
Imparare a respirare nel modo corretto è importante nella pratica dello yoga?
“Il respiro è il link tra il nostro corpo fisico e la nostra mente. Se impariamo a controllare il respiro, allora saremo anche in grado di gestire la nostra mente. Se quando messi sotto pressione, siamo in grado di respirare come se stessimo in spiaggia a guardare il tramonto, possiamo avere la lucidità necessaria per affrontare la situazione.”
Tra i tuoi allievi sia on line sia dal vivo ci sono degli avvocati?
“Sì, sono gli unici che mi chiedono lezioni private… perché non hanno tempo per le scuole di Yoga.”
Lo yoga è per tutti?
“Assolutamente sì! Sri. Krishnamacharya, il padre dello Yoga moderno, diceva: ‘ Tutti possono fare Yoga con successo, tranne i pigri.’ Ognuno può trovare lo stile che maggiormente si adatta alle sue necessità, al suo fisico e alla sua età. È importante anche dire che basta davvero poco tempo al giorno, anche solo trenta minuti, ma bisogna rendere lo Yoga una buona abitudine quotidiana.”
Foto copertina: Silvio Gianesella
Foto asana: John Kraijenbrink
Maria Rita Corda